Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Meditare sulla sete umana di compenso



La vita avviene e basta, senza un senso,
ma l'ego concettuale vuol sapere
il senso della vita ed il compenso
che dal sapere ciò potrà ottenere.

Nessuno nella vita è solito fare niente per niente. Tutto è sempre commisurato ad un compenso, sia esso materiale, economico, relazionale, sentimentale o spirituale. L'ego, che controlla e gestisce le attività dell'organismo corpo-mente, ha l'importante ruolo di indurre sempre nuovi desideri ed ogni desiderio ha per sua natura un compenso che si concretizza nell'istante in cui il desiderio stesso riesce ad essere esaudito. É pertanto impossibile, data la sua programmazione, che l'ego possa concepire un'esistenza che non abbia alcun senso e che non determini alcun compenso atto a gratificare l'ego stesso. Il meccanismo dell'illusorio Gioco Divino è stato dunque così mirabilmente concepito per rendere il più possibile intrigante l'esistenza umana all'interno della manifestazione fenomenica che appare nel concetto spazio-temporale, facendo sì che l'ego umano abbia sempre qualcosa da ricercare per ottenerne un qualsivoglia beneficio personale e dunque crei mutazione. Il Saggio conosce alla perfezione le regole di questo Gioco e vi partecipa quale testimone divertito, incurante di tutte le vicissitudini che sembrano capitargli, di tutti i desideri che sembrano affacciarsi alla sua mente e della capricciosità del suo ego che desidera a tutti i costi vedere realizzate le proprie ambizioni. In realtà, in una Realtà Assoluta che l'ego umano non può assolutamente avvicinarsi a comprendere, la vita che l'essere umano è stato condizionato a percepire non ha alcuna reale esistenza e conseguentemente tutto ciò che in essa sembra manifestarsi non è molto di più di una semplice impressione onirica scaturita dalla Sorgente. Sebbene le scritture mistiche e gli insegnamenti dei Maestri di Saggezza Advaita versino fiumi di parole sull'argomento, l'uomo della strada rimane comunque identificato nella sua soggettività ambiziosa di dare un senso e di ottenere un compenso dalla vita. Egli infatti compie egregiamente il suo ruolo di comparsa all'interno del Sogno Divino, che lo vede semplice recettore di quelle sensazioni ed emozioni che la Coscienza Impersonale esperisce per suo tramite. Non è dunque facoltà dell'uomo poter disporre della sua evoluzione spirituale in quanto, essendo solo un oggetto e non lo pseudo-soggetto che immagina di essere, non ha alcuna capacità volitiva e non possiede assolutamente alcun libero arbitrio. Ma il Gioco deve andare avanti e dunque l'organismo corpo-mente vive la sua esistenza fittizia convinto di essere una singolarità pensante, che deve a tutti i costi svelare il senso della vita e ricavarne il massimo dei profitti, anche in termini di vivere post mortem in un aldilà paradisiaco le cui gioie lo ricompensino del suo impeccabile comportamento terreno.