Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Riflessioni

Lo Spazio-Tempo

(estratti)

 

Poiché è nella coscienza che appare l’intero mondo fenomenico, ne consegue necessariamente che tutta la manifestazione diverrà percepibile a livello sensoriale soltanto se questa coscienza viene estesa nello spazio e per una certa durata di tempo. Uno deve, perciò, necessariamente accettare l’esistenza, puramente concettuale, dell’apparato psichico dello spazio-tempo come pre-requisito per la percezione dell’universo manifesto. Questo ci conduce alla conclusione che senza il concetto dello spazio-tempo l’universo manifesto non sarebbe percepibile a livello sensoriale e, perciò, tutti gli eventi basati su causa ed effetto ed estesi nello spazio-tempo devono essere anch’essi concettuali.

Lo “spazio” è l’aspetto statico del concetto di funzionamento: se non ci fosse lo spazio, non potrebbe essere concepito nessun fenomeno tridimensionale. E il “tempo” (durata) è l’aspetto attivo del concetto di funzionamento: se non ci fosse durata, il fenomeno concepito nello spazio non sarebbe percepibile. Non ci può essere né manifestazione né funzionamento (né esseri umani né eventi) in assenza del concetto duale di spazio e tempo, conosciuto come “spazio-tempo”; e questi due aspetti sono separati soltanto come concetto, ma perdono la loro separazione quando cessa la concettualizzazione.

Lo spazio-tempo è la struttura concettuale fondamentale, cornice senza la quale la manifestazione del fenomeno non sarebbe possibile. Se non ci fosse il concetto di “spazio” che costituisce il volume, potrebbe un oggetto apparire a tre dimensioni? E senza un altro concetto, il “tempo”, potrebbe venire percepita l’apparizione di un oggetto, cioè senza la durata in cui l’oggetto possa essere conosciuto?

Quindi, se la cornice che noi chiamiamo “spazio-tempo” è essa stessa concettuale, potrebbero gli oggetti apparsi in quella cornice concettuale di spazio-tempo, come gli esseri umani, essere qualcosa di diverso da fantasmi concettuali ed immaginari? Perciò, nessun oggetto concettuale, sebbene confuso con un’entità separata, può mai avere un’esistenza indipendente o una personale volizione.

Quando dici che vedi un oggetto, quello che in realtà accade è che i tuoi sensi hanno reagito ad uno stimolo proveniente da una sorgente esterna, esterna ai tuo apparato corporeo. E ciò che i tuoi sensi hanno percepito e la tua mente interpretato, non è null’altro che un’apparizione nella tua coscienza. Questa apparizione nella tua coscienza è costruita come un evento, esteso nello spazio e nella durata. Tutta la manifestazione dipende da una combinazione dei due veicoli strettamente uniti, chiamati spazio e tempo. In altre parole, in assenza della combinazione spazio-tempo, nessuna manifestazione potrebbe sorgere nella coscienza.

Saresti stato in grado di concepire qualche aspetto del mondo manifesto se non ci fosse lo “spazio-tempo”? Se i fenomeni non fossero estesi nello spazio, se non avessero un “volume” tridimensionale e se essi non fossero misurati nella durata, tu non avresti potuto concepire, e tanto meno percepire, nulla dell’universo apparente. Tutti i fenomeni sono semplici apparizioni nello spazio-tempo, concepiti e percepiti nella coscienza.

La natura dello spazio-tempo è in realtà incomprensibile, poiché supera i limiti della mente e di tutta la conoscenza umana acquisita fino ad ora. L’elemento spazio-tempo (la base della nozione del Karma causa-effetto e la conseguente schiavitù) è essenzialmente soltanto un espediente per rendere possibile la percezione sensoriale del fenomeno e perciò, non può essere nulla di indipendente come un mezzo di schiavitù.

Comprendi ciò che è il tempo. A meno che tu non conosca la natura del tempo, non comprenderai la natura dei fenomeni. Ciò che accade è che uno dà il tempo per scontato e poi procede a costruire ogni sorta di concetti. Il tempo e lo spazio avanzano parallelamente. Perché sei in grado di conoscere le cose? Perché le vedi. Saresti in grado di vedere le cose se non avessero forma? Vedi le cose perché hanno forma, volume, perché sono estese nello spazio. Facciamo un passo avanti. Se le cose fossero viste nello spazio soltanto per una frazione di secondo, saresti in grado di percepirle? Percepisci le cose soltanto perché sono estese nello spazio per una certa durata (tempo) e le forme rimangono a sufficienza davanti a te da metterti in grado di percepirle. Se non ci fossero i concetti di tempo e spazio (il tempo e lo spazio in se stessi ovviamente non sono oggetti), le “cose” non sarebbero percepibili e non sarebbero “cose”. Se non ci fosse lo spazio-tempo (niente passato, presente e futuro), come ci potrebbe essere qualche fenomeno, qualche evento? Per favore cerca di comprendere che sia i fenomeni che il tempo sono meramente concetti e non hanno esistenza propria: qualunque cosa sia vista, o pensata, è semplicemente un’immagine concepita nella coscienza, la presunta esistenza della quale è “reale” come un sogno o un miraggio.

C’è realmente un passato-presente-futuro nel senso obiettivo? Il “passato” è andato senza scampo ed il “futuro” potete conoscerlo soltanto quando è diventato presente-passato, sbiadito nella forma di un ricordo. Durata significa temporalità, che è la conditio sine qua non di tutti i fenomeni, inclusi tutti i voi e i me. Cosi, ciò che sembrate essere, ciò che siete condizionati a pensare di essere, ma non siete, è temporale. Ma ciò che voi siete come Presenza Conscia (ed il conoscitore di questa coscienza) è atemporalità. Il “passato” è soltanto un ricordo ed il “futuro” soltanto una speranza. È solo il “presente”, l’adesso, che significa qualcosa per noi, poiché presenza è ciò che siamo in quanto temporalità. Voi siete il tempo. Ciò che pensate di essere, è durata, tempo; ciò che soggettivamente siete, è al di là del tempo. Vi sorprende il fatto che vi venga detto che quello che pensate di essere è tempo? Come oggetto fenomenico, non siete forse tempo, il fiume del tempo che fluisce dall’infanzia alla vecchiaia, dalla nascita alla morte, dalla creazione alla distruzione, come qualunque altro fenomeno manifesto? Ciò che pensate di essere (l’apparato psicosomatico) è sempre in movimento, persino nel sogno, muovendosi verso la veglia, per la semplice ragione che la coscienza, la natura della quale è movimento, non vi lascerà stare fermi. Questo costante “fare” diventa il malfamato karma soltanto a causa della identificazione con la forma fisica, a causa della quale vi assumete la responsabilità per l’apparente azione e, naturalmente, anche per le conseguenze. Ogni azione apparente si estende nello spazio-tempo al fine di diventare percepibile nella manifestazione e con ciò diventa un “evento”. L’intero mondo fenomenico rappresenta milioni di voi. E la totalità di tutte queste azioni-eventi di tutti i voi, rappresenta il mondo in azione. La parola “nascita” dovrebbe realmente riferirsi al tempo perché se la durata non fosse nata (inseparabilmente con lo “spazio”), la manifestazione e la percezione non avrebbero potuto avere luogo. Voi pensate di essere nati, ma ciò che nacque fu la durata in cui voi come oggetto siete diventati percepibili.



07 agosto 2020

 

Nessuna riva ti offrirà un appiglio.

Nessuna terra ferma è all'orizzonte.

Il mare della vita è il tuo naviglio.

Sull'acqua non potrai lasciare impronte.

Tutto ciò che hai fatto e che farai nella (e della) tua vita è come un’impronta lasciata sull’acqua: appare solo per quell’attimo in cui crea piccole increspature sulla superficie ma poi, sparite le onde, tutto torna in quiete. Qualunque avvenimento, ogni azione tua o altrui, si crea ed esiste solo nella Coscienza oggettivata, mantenendosi in esistenza solo grazie al ricordo che la mente conserva. La tua vita è mare in eterna quiete, la tua mente sembra agitarlo, ma solo apparentemente, ed il senso di separazione ed identificazione con il tuo falso ego ti induce a credere di essere l’artefice della tua vita, delle tue azioni  e del tuo destino. In realtà, il Mare è Uno e noi siamo solo onde che appaiono e scompaiono sulla sua superficie, senza lasciare traccia. Il vento dell’eterno ed inarrestabile mutamento ci da vita, la bonaccia ci appiattisce fino a farci scomparire, nuovamente immersi nell’eterno Oceano che altri non è che ciò che realmente siamo.

Colui che comprende ciò che realmente è, raggiunge la liberazione dalla falsa forma e torna ad essere Oceano: Eterno, Assoluto, Incondizionato. Come Nuomeno è inconsapevole di Essere, come fenomeno oggettivato è in grado di percepire il proprio esistere attraverso il concetto di dualità che viene creato dallo spazio-tempo.



È accaduto che venisse scritto ciò…

“Ascoltate con dolcezza, giudicate con bontà…”
“La conoscenza è necessaria per disfarsi dell’ignoranza…
ma la realtà che siamo a nostra insaputa è molto aldilà di entrambe”

Speranze, desideri, brame, aspettative… questo è ciò che traspare dai vostri sguardi, dai movimenti meccanici di uno scomodo corpo seduto su di una scomoda sedia. Sedete davanti a me, pronti ad acchetare il vostro brusio al mio primo battere di mani. Impossibilitati a rendere quieta la vostra mente che continua a girovagare per la stanza ed altrove, quantunque io abbia già iniziato a parlarvi.
Cosa vi porta qui tutte le sere? Dov’è racchiusa in voi la sorgente dell’anelito che vi spinge a sospendere per un pugno di minuti i vostri rituali domestici ed a ritirarvi qui, in reverente ascolto, ammantati di un soffice aroma di incenso?
Io vi conosco, da sempre, uno per uno. Io vi conosco. Conosco coloro che sono giunti qui la prima volta anni or sono; conosco coloro che timidamente mi ascoltano in silenzio per la prima volta. Così come conosco chi si è seduto una sola volta in questa stanza, per non farvi mai più ritorno. Io vi conosco, potendo affermare con certezza che nessuno di voi è diverso dal compagno che gli siede accanto, nessuno di voi è diverso da chi vi sta parlando.
Mi ascoltate, annuendo con lo sguardo ed un leggero reclinare della testa. E mentre vi parlo vi state domandando perché siete qui anche stasera: è interessante – vi dite – mi piace sentir parlare di queste cose…Vorreste sapere di più, lo so. Tutto e subito, perché così vuole la mente. Mente avida di conoscenza; mente che in questo istante è arsa dalla sete di dare una risposta alle recondite domande seppellite nell’inconscio più profondo, ma che tra un’ora avrà già dimenticate, per rivolgersi altrove. Domande che non potranno mai emergere dagli abissi fin su alla superficie dell’intelletto, perché quella forza mentale che ora le osserva adagiate sul fondale dell’esistenza è essa stessa la zavorra che le relega in quelle profondità, tanto lontane dal pensiero quotidiano quanto incredibilmente vicine a Dio.

A chi posso parlare? Chi c’è, realmente, seduto qui ad ascoltarmi?

Io vi conosco. Conosco la sorgente dell’energia che forgia il vostro ego. Conosco la sua menzogna, la sua scaltrezza, il suo divagare.  Con quale arma potrei mai scalfire le incrostazioni che soffocano la vostra lucente maestosità divina? Potrei dirvi la verità, ma sareste pronti ad ascoltarla, a comprenderla, ad inchinarvi a Lei? Se fossi in grado di parlare direttamente alla vostra Coscienza, sono certo che Ella mi ascolterebbe e senza indugio comprenderebbe all’istante ciò che è vero. Ma il vostro scudo ha mille strati di impenetrabile acciaio e mille guitti pronti a canzonare le mie parole, travisandone il senso. Le mie armi, per quanto siano state rese splendidamente affilate dal Divino, non possono scalfire la vostra corazza perché così vuole la legge: per assaporare il risveglio occorre prima aver dormito profondamente e a sufficienza. Qualunque melodia suoni la sveglia, comporterà comunque l’interruzione brusca e artificiale di un sonno che era naturalmente destinato a continuare! Compito mio sarà dunque il prepararvi ad un lento e graduale risveglio. Come il restauratore accorto usa con attenzione il bisturi che rimuove le muffe dall’affresco, così dovrò riuscire a far lentamente breccia nella gabbia mentale che tiene prigioniera la Fonte interna della Verità.
Non oso dirvi quanto sia incredibilmente semplice liberarsi dal giogo che vi opprime. Quanto possa essere immediato svestirsi dei vostri logori panni di mendicante per indossare il vostro vero Essere e riportare meritato sfarzo alle vostre nobili esistenze. Quanti di voi potrebbero capire, se vi dicessi che non siete nulla di ciò che immaginate di essere? Che la mente non è il vero “Voi Stessi” ma solo il raffinato strumento grazie al quale la Coscienza può percepire l’universo fenomenico? Vi ho insegnato ad immaginare la Coscienza come una sfera di cristallo nascosta in qualche anfratto di voi stessi… Come potrei mai dirvi che la Coscienza è tutto ciò che realmente “È”, mentre la mente, il corpo, l’universo stesso, non sono altro che il sogno dell’Assoluto?
Lo so, neppure questa è vera Verità, ma già mi è difficile destare in voi l’osservazione del guizzare bizzarro della mente… figuriamoci poi se vi dicessi che non vi è vita come non vi è morte, che pure la Coscienza è solo Una, che ciò che appare, invero, non esiste!
Vi siete identificati con il corpo. La mente soggettiva vi rafforza nella convinzione di essere individui scissi da tutto ciò che vi è d’intorno... Non siete niente di tutto ciò! In realtà, non siete niente, ma siete Tutto! Dovrete comprenderlo da soli. La conoscenza e l’ignoranza sono solo due opposti interdipendenti: sovrapponeteli e si annichileranno a vicenda, lasciando trasparire dal velo di Maya ciò che realmente siete, ciò che siete sempre stati, ciò che non sarete mai, perché Tutto è Nulla e Nulla è Tutto! Come sopra così sotto, come dentro così fuori….

Dunque, ignorerò la vostra mente e parlerò solo alla vostra Coscienza: la Coscienza Una che parla alla Coscienza Una, anche se dovessi rimanere qui, da solo, a parlare davanti a sedie vuote. In Realtà, queste sedie che sembrano essere da voi occupate, sono già vuote, lo sono da sempre e lo saranno per sempre!

                                                                                                                                                         Jader

Una Domanda...

Una domanda... (se poi la prendete male è un problema vostro). Ma... non sarebbe molto più semplice percepirsi per ciò che realmente si “ è ” e non per ciò che si appare essere? Non sarebbe molto più semplice comprendere che l'ego, il corpo-mente e l'universo stesso non sono altro che maya, illusioni proiettate dalla Coscienza Universale che esperisce se stessa attraverso l'identificazione in un'entità fittizia, che appare separata solo grazie alla dualità generata attraverso i concetti di spazio e di tempo? C'è ancora qualcuno che crede realmente di esistere, di avere capacità volitive e di poter disporre di se stesso condizionando il proprio destino? Ma di quale “se stesso” stiamo parlando? Ma avete visto un film? O più semplicemente ci state vivendo dentro? L'unica cosa reale è lo Sfondo sul quale viene proiettata la pellicola mentre tutto il resto (la pellicola, la luce ed il proiettore) è pura, Divina, immaginazione (compresa la Coscienza Universale di cui sopra)! Ed il bello e che siete proprio voi, apparentemente umani, ad immaginare tutto ciò! 

Siete Voi lo Sfondo! Siete Voi il Reale che state cercando!  

Sveglia ragazzi! Tornate alla Realtà! Basta Bla Bla Bla! Difficile pensare di non esistere? Problemi vostri e del vostro falso ego! Risolveteveli! Avete tutti i mezzi per farlo! 

 Jader

L'Arena Spirituale

Nell' Arena spirituale c'è chi parla (o scrive) come se gli altri avessero bisogno di ascoltare (o leggere) e chi invece dice le cose come stanno.
I primi appartengono al tipo di persone che reclamano di aver raggiunto una illuminazione personale. Sono invece pochissimi coloro che hanno davvero visto il modo in cui stanno le cose.

 Jader


La Comunicazione

Esistono tre forme di comunicazione:
- Una mente che comunica con altre menti attraverso la parola (parlata e scritta);
- la Coscienza che comunica con la Coscienza attraverso l' intuizione;
- l'Assoluto che comunica con Se Stesso attraverso Se Stesso.

Solo una di queste tre forme appartiene al Reale. Le altre due sono solo figlie di madre sterile: dell'illusione.

Jader