Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

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anteprima

Il libro racchiude in un unico volume le tre principali opere composte da Jader dal 1995 al 2020. Amalgamando sapientemente due stili di scrittura completamente diversi (romanzo e poesia), la Trilogia invita il lettore a discernere in Sé Stesso e nell' Universo che pare circondarlo ciò che È REALE da ciò che non è reale, per condurlo alla conclusione, paradossale ed inconcepibile per la mente umana, che dell'esistenza concettuale non vi è né un inizio, né un durante, né una fine. Il Pittore è nel quadro ed il quadro viene apparentemente dipinto dal Pittore stesso...

IL LABIRINTO (1995)

L'incontro con gli insegnamenti impartiti da una misteriosa poesia ed i suggerimenti spirituali ricevuti da Sette Gocce di Sapienza, che nel racconto assumono le sembianze di altrettanti fantastici personaggi, guidano Jader all'interno del Labirinto, laddove ad ogni certezza esistenziale tanto faticosamente conquistata si contrappone il dubbio che tutto quanto ci è consueto e conosciuto non debba necessariamente corrispondere alla “Realtà”. Esplorando il Labirinto, in un contesto non più identificabile con il conosciuto né appartenente alla sfera del sogno o dell'immaginazione, Jader vive la straordinaria esperienza di compiere un rapido cammino di evoluzione spirituale il cui fine ultimo consiste nel raggiungimento dell'Illuminazione.

GUARDANDO OLTRE... (2009)

La raccolta di aforismi “Guardando Oltre...” è il continuum naturale degli insegnamenti di Jader contenuti nella poesia “Le Sette Gocce” e nel romanzo esoterico “Il Labirinto”. Si compone di 1030 quartine in rima alternata. Le trenta quartine iniziali, attribuite ai “Sette Compagni” che hanno accompagnato Jader all’interno del Labirinto, costituiscono l’introduzione dell’opera e sono caratterizzate da versi di quattordici sillabe (il “doppio settenario”). Le mille quartine che seguono si compongono di versi endecasillabi a rima alternata e propongono al lettore un singolare percorso evolutivo di crescente difficoltà interpretativa. “Guardando Oltre...” è un invito a non cercare semplicemente “qualcosa” di indefinito all’interno di noi stessi, né a volgere lo sguardo il più lontano possibile, nell’infinito del mondo fenomenico esteriore. “Guardare oltre” è guardare oltre ciò che crediamo di essere ed al contempo oltre ciò che siamo realmente. Un concetto già accennato dall’autore ne “Il Labirinto”, con le parole: “…Tu sei la goccia che nutre il mare, tu sei il riflesso del raggio di sole nello specchio d’acqua, tu sei il sentiero che stai percorrendo, tu sei il Labirinto senza fine alcuna perché tu stesso sei la sua via d'accesso e la sua uscita. Tu sei la vita, quella vita che necessita solo di essere compresa nel più profondo del suo significato…”

LA MORTALE COMMEDIA (2020)

La Mortale Commedia, il testo poetico che chiude il libro è il primo tentativo di riscrivere La Divina Commedia di Dante, a 700 anni esatti dalla morte del poeta fiorentino. Con l’atteggiamento dell’allievo, umile e mai borioso, Carlo architetta una musicalità perfetta e funzionale con cui vestire gli insegnamenti umani e morali di cui anche La Commedia abbondava: una calma catarsi dell’anima, che piano piano con la guida del proprio maestro, conduce l’io alle vette della consapevolezza. Non poco della scrittura di Dante confinava con l’esoterismo e la magia, con il viaggio di interpretazione filosofica, con il tema dell’io; la raccolta che chiude l’opera e tutto il libro colgono e riproducono quest’atmosfera perduta. Liberamente ispirata all' Opera originale, la “Mortale Commedia” di Jader propone al lettore una chiave interpretativa inedita ed inconsueta, trasformando il viaggio nell'Inferno Dantesco in un percorso non tanto di condivisione spirituale evolutiva con il lettore, quanto di unicità intimamente ed essenzialmente trascendentale. Essere e (non) Essere giungono alfine ad assumere la stessa eterea natura del Tutto e del Nulla, in perfetta armonia con quanto insegnato dai grandi Maestri Advaita.
 
 
        IL LABIRINTO
Copyright © 1995
tutti i diritti riservati


Martedì, 31 ottobre 1995 - ore 17.00

Sono i minuti che precedono il tramonto. Bassa sull’orizzonte, sovrastata da nubi grigie e cariche di pioggia, la sottile lama di sereno lascia filtrare gli ultimi raggi solari che stagliano il profilo della collina contro l’azzurro del cielo, come preziosi origami d’ombra e di luce.
Non è un martedì come gli altri: domani è la festa di Tutti i Santi e in molti sceglieranno di celebrare con un giorno d’anticipo il consueto rituale in ricordo dei propri cari defunti. Lo sguardo oltrepassa il vetro appannato, attraversa la fredda aria autunnale ed intravede appena l’asfalto deserto che circonda il grande cimitero, laddove uomini in quiete e un rispettoso silenzio riposano all’ombra dei cipressi. Tuttavia, all’indomani di primo mattino gli spazi strategici della città saranno occupati da bancarelle adornate con mille corolle profumate; fiori recisi e rossi lumini di cera per colmare il vuoto lasciato da chi non è più. Sarà allora che il crisantemo, fiore funereo per antonomasia, raggiungerà il suo massimo splendore commerciale!
Jader odia questo giorno; odia il commercio legato a quel sentimento che giunge puntuale ogni anno, per svilupparsi intorno ad una festa della quale gli stessi defunti stenterebbero forse a comprenderne il significato e le gesta. Parenti ed amici di un tempo compaiono improvvisamente sulla soglia del grigio cancello, desiderosi di testimoniare il loro immutato affetto. Uomini che attendono l’inizio di novembre per ricordarsi di celebrare la morte, la morte altrui, mentre i mercanti di strada, accampati ad un passo dalla terra consacrata, fanno affari d’oro.
Jader è solito portare rispetto a qualunque pensiero e mai si lascerebbe andare a giudizi affrettati sul buon gusto della gente, ma come pillole amare, certi comportamenti ipocriti non riesce a mandarli giù!

Jader

Che cosa posso farci io? Ciascuno è libero di agire e pensare secondo la propria coscienza, pensò sorridendo amaramente dentro di sé, poi questo è proprio il giorno ideale per pensare ai cimiteri!
Attento Jader! Scherzò prigioniero di quell’interminabile attesa, Si avvicina la notte di Halloween, stasera compriamo una zucca!
La testa bassa, stretta tra le mani, i gomiti saldamente appoggiati sulle ginocchia in un’immobilità che non durò che un attimo: giusto il tempo per sentire il prepotente riaffacciarsi del desiderio di fumare un’altra sigaretta. Sollevò il cappuccio per ripararsi dalla pioggia e uscito nel cortile prese dalla tasca il pacchetto delle nazionali e l’accendino.
Il fumo della sigaretta ristagnava immobile poco sopra la sua testa, miscelato all’umidità della nebbia che fin dall’alba stava avvolgendo la città. Aspirò voracemente l’una dietro l’altra profonde boccate di nicotina provando un profondo senso di liberazione. Lasciò che il suo sguardo si focalizzasse all’infinito, in direzione di quel debole neon che inutilmente tentava di rischiarare il cortile.
Rimase immobile, sotto la pioggia fin quando la sigaretta fu ridotta ad un semplice mozzicone bruciacchiato; quindi serrò il filtro tra il pollice e il medio e fece scattare il tendine del dito:
«Bingo!», esclamò. «Ho dovuto fumarne dodici prima di riuscire a centrare quel vaso!». Si chinò ad allacciarsi la scarpa e l’orlo del giaccone sfiorò una pozza d’acqua.
Tornò a sedersi al caldo, solo. L’unico sconosciuto con il quale aveva fino ad allora condiviso il silenzio di quell’interminabile attesa, se n’era appena andato. Beato lui! Jader lanciò un rapido sguardo alle riviste gettate disordinatamente sopra il tavolo di giunco ma non riuscendo a trovare distrazione in qualche futile lettura, riprese a rimuginare sulle sue vicissitudini.
Da molto tempo non riusciva più a vivere con serenità. La sua mente era sempre impegnata a risolvere i problemi che parevano essere in fila l’uno dietro l’altro: tutti in paziente attesa del proprio turno, per farsi avanti ed aggredirlo vigliaccamente alle spalle.
Finirete, maledetti bastardi! Pensò spingendosi gli occhiali sopra il naso, poi per un attimo parve appisolarsi...
Un sobbalzo, Jader trasalì. Diede un rapido sguardo all’orologio. Già le cinque, sospirò, chiudendo ancora gli occhi.

Tu sei acqua che scorre, attraverso il delta del fiume della vita. Se vuoi conoscere il mare, devi superare la barriera dei detriti di millenaria età: il Labirinto della mente umana. Sappi che non esiste la via diretta, né potrai mai trovarti nella via sbagliata: tutte le strade ti condurranno al mare, ma solo una è la via più breve ...

Dove ho già letto queste parole? Non lo ricordo più...
Un rumore secco lo rapì dal suo torpore. La porta del reparto si spalancò ed un uomo alto e magro, in camice bianco, si diresse verso di lui accennando un breve sorriso.
«Giorgio», esclamò Jader alzandosi di scatto, «allora?»
«Abbiamo quasi finito», rispose l’uomo asciugandosi le mani con una salvietta, «la stanno chiudendo ora! Sono venuto a cercarti, qualche minuto fa, ma non ti ho trovato... »
«Boh! Probabilmente ero uscito a fumare una sigaretta! Dimmi la verità, Come stanno realmente le cose?»
Imbarazzato, Giorgio abbassò lo sguardo e cominciò ad aggiustarsi nervosamente i bottoni del suo camice. Superato l’attimo d’esitazione, si avvicinò a Jader in silenzio e con un gesto cortese lo invitò a sedersi accanto a lui. Evitò di guardarlo negli occhi. Pur cosciente di non poter eludere la temibile domanda, in quel momento Giorgio sentiva il bisogno di prendere un poco di respiro.
«Quanti anni hai detto che ha?»
«Sei e mezzo, sette a giugno»  

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      LE SETTE GOCCE
Copyright © 1995
tutti i diritti riservati

Pagine bianche. Il libro della vita
acquistava ogni giorno più spessore
senza un pensiero da affidare al tempo,
senza un commento, un tono di colore.

Stavo sfogliando il vuoto dei ricordi,
certo di aver perduto ogni speranza,
quando un raggio di luce, all'improvviso,
trafisse il buio e attraversò la stanza.

Solo un istante: il tempo di tracciare
sul foglio bianco un arco colorato
da Sette Gocce, sette riflessioni
per dare all'uomo il suo significato.

La Goccia Rossa scivolò sul libro
e appena superata l'emozione
la vidi ricamare sopra il foglio
questa preziosa raccomandazione:

prima che il Cuore possa dissetarsi
all'unica, eterna Fonte di Sapienza,
l'occhio dovrà discernere i colori
dei sette stadi della conoscenza...

Tu Uomo sei. Tu, che da sempre esisti!
La vita è l'ombra lunga del passato
che ti segue per strada fino a quando
ogni tuo errore non sia tramontato.

Nella fortuna o nel destino avverso,
la vita ripropone le barriere
che abbiamo costruito nei millenni
e nel presente devono cadere;

ma non sperare che la tua saggezza
possa aiutarti a sciogliere il mistero:
l'unico modo per andar spedito
è non creare intralci sul sentiero!

Devi imparare a muoverti in un sogno,
dove in ciò che non vedi sta il reale,
mentre ciò che ti appare più importante
altro non è, se non cosa banale!

Solo così puoi vincere la forza
dell'ambizione, che ti lega al suolo:
la libertà e la presa di coscienza
sono le ali per spiccare il volo!

Dunque tu sei! Ma chi sei tu, realmente?
Sei un vero uomo o solo un burattino?
Sei forse l'uomo che annaspa ciecamente
in cerca di chissà quale destino?
               
Sono la Goccia: quel puntino rosso
che si nasconde dentro la tua vita;
sarò parte di te, per l’avvenire,
finché la scuola non sarà finita.
                              
Se vuoi lasciarmi fare il mio lavoro
devi essere certo che io esista:
abbi fiducia in me e credi in Te Stesso,
anche se ciò che insegno ti rattrista!

Fuggi dall'illusione della vita,
da come questa appare ai nostri occhi:
poni il tuo orgoglio e tutte le ambizioni
al loro giusto posto: tra i balocchi!

Non soffermarti a vivere il presente
quando il tuo posto è nell'eternità!
non perderti in dottrine di conforto
che annunciano una vaga verità!

Dentro di te sta tutto ciò che occorre
per soddisfare ogni tuo quesito:
abbi fede in te stesso, non altrove!
Non coltivare ancora un vecchio mito

e non biasimare gli altri, che non sanno,
perché il risveglio tuo sarà anche il loro:
continuando a cercare in cielo e in terra
troveranno in se stessi quel tesoro!

Prima che io venissi allo scoperto,
che tu capissi ciò che sei realmente,
ti era concesso ancora di abbracciare
credi forgiati ad uso del credente

ma adesso che tu sai, non rinnegare
la grande verità che ti ho indicato:
vivi sapendo, e sappi che vivendo
riscatterai gli errori del passato!

La Goccia rossa scomparve lentamente
lasciandomi negli occhi il suo riflesso:
non avrei mai pensato di scoprire
in poco tempo tanto di me stesso!

Quand'ecco, fui preso alla sprovvista
da un nuovo movimento nella stanza:
un'altra Goccia, di colore arancio,
iniziò sopra il foglio la sua danza...

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         GUARDANDO OLTRE...
Copyright © 2009
tutti i diritti riservati


Ogni aforisma è un piccolo gioiello,
forgiato con un solo chicco d’oro.
La sua fattura ha l’arte del cesello,
la sua essenzialità cela un tesoro!
                                                             
                                                                                 Jader


Introduzione

1.             Tu, che dal Labirinto risorgi illuminato.
                Tu, che hai sconfitto l’ego e il Sé puoi rinnegare.
                Tu, che hai lambito il Sole ma non ti sei bruciato,
                spargi nel solco i semi per chi dovrà imparare.

2.             Sette sono le gocce, sette noi personaggi.
                Il “doppio settenario”, a sinalefe attento,
                condensa in aforismi mirabili messaggi,
                invita ad imparare da tanto insegnamento.

3.             Trenta nostre quartine. Mille saranno tue.
                Profondità di intenti senza secondi fini.
                Un mare da solcare con rispettose prue
                che seguono le rotte tracciate dai destini.

4.             Cogli da noi l’essenza. Sgorghi l’intuizione
                dall’endecasillabica fonte del divenire.
                Ad ogni causa, sempre, segue un effetto-azione:
                un karma il cui esaurirsi niente potrà impedire.

5.             Esprimi con saggezza ciò che ti nasce dentro.
                Sappi che stai scrivendo per l’intima creatura
                figlia dell’Inviolato, mirabile epicentro
                del sisma che ha plasmato l’uomo e la sua natura.

6.             Conserva nel tuo cuore la verità svelata:
                la donerai per quanto ti è stato consentito.
                Non dare troppo cibo all’anima affamata:
                la nutrirai quel tanto che stimoli appetito.

7.             Chi osa dubitare dell’Unica Sorgente,
                principio e ispirazione di quanto verrà scritto,
                riceve un’istruzione che non gli insegna niente:
                soltanto chi ha fiducia apprende con profitto.

8.             Chi non porrà alcun dubbio ma accetterà il confronto
                col senso della vita che sempre lo ha distinto,
                comprenderà che il sole non volge mai al tramonto
                per chi ha distrutto l’ego, sfidando il Labirinto.

9.             Se vuoi bruciare i tempi per giungere alla vetta
                ben presto il tuo respiro ansimerà d’affanno.
                Nel regno dell’eterno nessuno cresce in fretta
                né tanto meno imbroglia crescendo con l'inganno.

10.           Rimani fermo e quieto lasciando che il sentiero
                ti scorra sotto ai piedi con il suo lento andare.
                Dispiega le tue ali. Arresta il tuo pensiero
                lasciando che sia il cuore a farti sollevare.

11.           Guardando oltre la vita non troverai che morte.
                Guardando oltre te stesso non troverai che amore.
                Comunque tu lo chiami: destino, karma o sorte,
                non fugherà alcun dubbio, non lenirà il dolore.

12.           Perduto in mezzo al mare non ci sarà polena
                che indichi la rotta per giungere alla mèta.
                Il bruco sa per certo che diverrà falena:
                riposa fiducioso nel bòzzolo di seta.

13.           La barca senza ormeggio beccheggia sotto costa.
                Ad ogni fiume scorto risale la sua riva
                offrendo aiuto all’uomo che cerca la risposta.
                Lo sgrava del fardello che il passo appesantiva.

14.           Allevia la sua mente da effimere chimere,
                da maya: l’illusione, la grande ingannatrice.
                Illumina il suo cuore col fuoco del sapere.
                Instilla in lui fiducia, divina ambasciatrice.

15.           La forma percepita è inganno della mente.
                È un soffio del pensiero di volontà infinita.
                Il mondo che oggi appare, dissolve e torna niente;
                si perde come sabbia che scorre tra le dita.

16.           Non devi mai fidarti dei soli cinque sensi:
                la Verità va oltre l’umana percezione.
                Per quanto tu la cerchi, la immagini, la pensi,
                la Verità è nascosta da un velo di illusione.

17.           Un’esistenza in stallo è senza contenuto
                ma illude e inganna l’uomo che crede ad ogni cosa.
                Qualunque libro letto dev’essere vissuto
                sebbene l’esperienza appaia dolorosa.

18.           Non inseguire invano barlumi di certezza
                per dare all’esistenza un ruolo congeniale.
                A pochi è data in dote la consapevolezza:
                se per alcuni è un bene, per molti è ancora un male.

19.           Sei giunto dal profondo. Tu sei l'eternità.
                La vita è un melodramma che atto dopo atto
                ti sprona a realizzare un'altra verità:
                stai recitando un ruolo nel quale sei assuefatto.

20.           Sei il fiume che s’impasta con sabbia paludosa
                nel delta che rallenta la corsa verso il mare.
                Sei luce che risplende, sei voce silenziosa
                che incita ogni uomo ad imparare a amare.


21.           Distruggi le ambizioni, rinnega questa terra
                di cattedrali in sabbia erette nel deserto
                in cui ciascuno affronta la quotidiana guerra
                per vincere il timore di un avvenire incerto.

22.           Qualunque aspirazione dà crescita e successo
                se la virtù inseguita non implica illusione.
                Lontano dalla rotta può capitare spesso
                di arrendersi a una stella sbagliando direzione.

23.           Desidera la vita come colui che ambisce
                ai futili traguardi del vivere comune.
                L’avidità lo esalta, la mente lo tradisce
                ma tu da gioie e pene saprai restare immune.

24.           Ricerca appagamento nelle innocenti azioni
                che infondono alla vita un senso di armonia.
                Riuscire a dominare le umane situazioni
                è il modo per fuggire da questa prigionia.

24.           Sii la virtù in azione, sii il senso del dovere
                sebbene questa vita sia semplice apparenza.
                La fonte che ricerchi non sgorga dal sapere
                ma nasce dal profondo e inonda la coscienza.

26.           Assimila la legge e svelane il mistero
                che fonde vita e morte in unica realtà.
                Avanza con fiducia: l’eternità è il sentiero.
                Sei l’ombra della luce, non sei l’oscurità.

27.           Puoi vivere appartato dall’uomo che dimora
                lontano dalla reggia laddove regna il Sé
                ma non dimenticare che oggi come allora
                esiste ed è esistito qualcuno avanti a te.

28.           Il male che oggi schivi viveva fino a ieri
                riflesso nello specchio del karma che hai esaurito.
                La veste immacolata rispecchia i tuoi pensieri
                ma avevi un cuore freddo e un lugubre vestito.

29.           Ti porti sulle spalle il frutto del peccato
                che hai colto dalla pianta dell'imperfetto umano.
                Non puoi ignorarne il peso, restarne distaccato:
                la sacra stella splenda nel cielo del profano.

30.           Sii somma e divisione: il mare è in ogni goccia.
                Accetta che il tuo cuore accolga stabilmente
                quel dubbio ossessionante che scava nella roccia
                un tunnel che conduce laddove non c’è niente!




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LA MORTALE COMMEDIA


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Canto I 

1-1 Nel mezzo del cammin di questa vita,
1-2 ammesso che io muoia assai longevo,
1-3 capii ch'ogni certezza era svanita.

1-4 Che della mia esistenza conoscevo
1-5 quel poco dai miei sensi percepito...
1-6 E ne provai tutt'altro che sollievo!

1-7 Possibile che l'uomo e l'infinito
1-8 rimangano due cose separate?
1-9 Si può toccare il cielo con un dito?

1-10 Pesante, come un sacco di patate,
1-11 cercavo una plausibile risposta
1-12 a queste mie domande improvvisate.

1-13 La vita è come all'uomo vien proposta
1-14 o dietro questa vivida esperienza
1-15 ben altra verità vive nascosta?
………………………………………………………………………………….[omissis]
1-52 Ma prima o poi dal collo dell'imbuto
1-53 han da passare tutti, belli e brutti,
1-54 e a ognuno sarà dato il benvenuto!

1-55 Il mare non rinnega mai i suoi flutti,
1-56 così come la pianta non si tedia
1-57 di partorire per chiunque i frutti!

1-58 Orbene, riscriviamo la Commedia!
1-59 Mortale divenir dell'Uomo Vero
1-60 che l'anima ha affogato nell'inedia!

1-61 Nei canti dell'inferno il cielo è nero;
1-62 il purgatorio è il luogo del riscatto;
1-63 il paradiso è l'Uomo, è il Suo mistero!
………………………………………………………………………………….[omissis]
1-127 Ma la ricerca non è mai finita!
1-128 Ve lo dimostra chi vi sta scrivendo
1-129 che il Labirinto non ha vie d'uscita!

1-130 Il viaggio che vi vado proponendo,
1-131 mortal commedia d'uomo commediante,
1-132 ha inizio nell'inferno, luogo orrendo!

1-133 Non me ne voglia il Sommo! Scusa Dante,
1-134 se oso ricalcare la tua rima,
1-135 ma dopo questo viaggio affascinante
1-136 per me e il lettore niente è come prima!

Canto II 

2-1 Laddove il tempo non ha mai scandito,
2-2 Laddove di esistenza non c'è prove,
2-3 Laddove il niente è uguale all'infinito.

2-4 Laddove non può esistere un ‘laddove’
2-5 poiché nessun ricordo ha oltrepassato
2-6 quel nulla che dà forma a vite nuove...

2-7 È là che il mio pensiero si è inceppato:
2-8 dov'ero il giorno del concepimento?
2-9 Dov'ero il giorno prima di esser nato?

2-10 Non riesco a soffocare lo sgomento
2-11 che d'improvviso assale la mia mente:
2-12 dov'ero, se è esistito quel momento?

2-13 Se questa vita ha origine dal niente,
2-14 dal niente non può nascere un ‘qualcosa’
2-15 di vero, di reale, di esistente!
………………………………………………………………………………….[omissis]
2-130 È questa l'anticamera all'inferno:
2-131 mentale vita immersa nell'oblio
2-132 di celebrar se stessa nell'eterno!

2-133 Chi imputa la nascita al buon Dio;
2-134 chi è certo di esser vivo grazie al caso...
2-135 Nessuno si domanda: ‘Sono io’ ?
………………………………………………………………………………….[omissis]


Canto III

3-1 Nel millenovecentocinquantotto,
3-2 il due del caldo mese del solstizio,
3-3 è il giorno in cui il mio stato fu interrotto.

3-4 No so se fu una gioia od un supplizio.
3-5 Da quello che mi è dato ricordare,
3-6 probabilmente, quello fu il mio inizio!
………………………………………………………………………………….[omissis]
3-91 Mi trovo qui all’inferno, caro Dante!
3-92 Percorrerne dovrò tutti i gironi,
3-93 comprenderne l’inganno accattivante!

3-94 Lo so, dovrò procedere a tastoni:
3-95 le mani tese avanti a prevenire
3-96 le più complesse e strane situazioni.
………………………………………………………………………………….[omissis]
3-133 La via maestra pullula di morti.
3-134 L’inferno è un paradiso mai perduto.
3-135 Nell’alternanza delle umane sorti
3-136 testimoniar se stessi è il vero aiuto.

Canto IV

4-1 Alzo lo sguardo all’occhio dell’abisso
4-2 nel quale ventre sono sprofondato.
4-3 Il sole filtra, ed io l’osservo fisso.

4-4 Dal mondo esterno, ch’oggi ho abbandonato,
4-5 s’odono lodi in festa di bambini
4-6 che forse un giorno pure io ho cantato.

4-7 Lassù, schiere di Santi e Cherubini
4-8 irrorano la vita di lietezza
4-9 fulgendo i loro raggi diamantini.

4-10 Qua dentro, invece, dubbio e debolezza
4-11 trasudano di un orrido infernale
4-12 mettendo a dura prova ogni certezza.
………………………………………………………………………………….[omissis]
4-25 Dall’antro in cui mi devo incamminare
4-26 mi giungono presagi di ossessione.
4-27 Il passo trema, eppure devo andare.

4-28 Ne sono certo: questo è il mio girone!
4-29 È qui che finalmente vedrò in faccia
4-30 il vero volto della depressione.

4-31 Sono la preda, e tutto il mondo è a caccia.
4-32 Per quanto abbia ascoltato ed abbia letto,
4-33 la mia cultura è solo cartastraccia.
………………………………………………………………………………….[omissis]
4-58 Dall’antro, che degli inferi è l’ingresso,
4-59 si affaccia una figura spaventosa.
4-60 La osservo meglio, e scorgo il mio riflesso!

4-61 Chi sei? – domando – ombra tenebrosa?
4-62 e quella a me: “domandati piuttosto
4-63 se posso agevolarti in qualche cosa!

4-64 Tu sei all’inferno, questo è il suo avamposto,
4-65 e non ti servirà desiderare
4-66 di guadagnar l’uscita ad ogni costo

4-67 In questo luogo devi sublimare
4-68 qualunque tua esperienza o desiderio
4-69 se in paradiso ambisci di tornare.
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto V

5-1 L’occhio s’abitua al buio e come un gatto
5-2 scendo rasente il muro delle scale.
5-3 Trattengo il fiato, silenzioso e quatto.

5-4 Non so se più temere l’altrui male
5-5 o il male che mi faccio da me stesso
5-6 nel non volere un vivere normale.

5-7 Ammetto che ho paura, lo confesso.
5-8 Degl’inferi ho varcato ormai la soglia:
5-9 non c’è più tempo per pentirmi adesso.
………………………………………………………………………………….[omissis]
5-34 La mia discesa sembra ormai finire
5-35 ma è solo un primo cerchio che ho raggiunto.
5-36 Più scendo è più s’accresce il progredire.

5-37 Più scendo e più si acquieta il disappunto
5-38 per questa incontrollabile avventura
5-39 e per il rischio che mi sono assunto.

5-40 Ormai non sento più di aver paura
5-41 sebbene questo luogo non sia bello.
5-42 Fermarsi è andare contro la natura.

5-43 Mi appaiono le mura di un castello:
5-44 sette le cinte, sette le virtù
5-45 da conquistare, anello dopo anello.

5-46 È qui che forse è sceso anche Gesù?
5-47 Profeta dei profeti, a liberare
5-48 uomini eletti dalla schiavitù.
………………………………………………………………………………….[omissis]
5-115 Se superato avrò le sette mura,
5-116 se di virtù e di fede sarò adorno,
5-117 l’uscita dall’inferno è più sicura.

5-118 Ma prima di iniziare il mio ritorno
5-119 dovrò toccare il più profondo punto:
5-120 se non c’è notte non esiste il giorno!

5-121 Sull’orlo dell’abisso sono giunto
5-122 e tenebra dovrò sperimentare,
5-123 per quanto sia mai nato e mai defunto.
………………………………………………………………………………….[omissis]
5-139 “Non soffermarti ancora: guarda e passa!
5-140 È la mia guida a giungere in mio aiuto.
5-141 “Prosegui oltre ed il tuo sguardo abbassa:
5-142 se metti un piede in fallo sei perduto!

Canto VI

6-1 Mi affaccio e il cono appare ancor più stretto.
6-2 Ho il braccio del maestro che mi cinge,
6-3 quasi a crearmi attorno un parapetto.

6-4 Non so qual è la forza che mi spinge
6-5 a scendere nel cerchio sottostante.
6-6 Egli mi osserva, arcano come sfinge.

6-7 Maestro – chiedo io – quanto è importante
6-8 che io prosegua questo viaggio umano?
6-9 Di cose ormai ne ho già imparate tante…

6-10 Risponde lui, prendendomi la mano:
6-11 “Dovrai nuotare fino all’altra sponda.
6-12 Se non la tocchi, avrai nuotato invano.

6-13 Osserva tutto ciò che ti circonda:
6-14 questo universo è in te da quando esiste
6-15 e insieme a te galleggia oppure affonda.
………………………………………………………………………………….[omissis]
6-34 Quella figura enorme mi spaventa
6-35 ma pur se alla sua coda vive avvinto
6-36 son certo non sia un’anima violenta.

6-37 “Fu grazie a lui che è sorto il Labirinto,
6-38 nel quale volle confinare il male
6-39 che tu, Teseo novello, hai scorto e vinto!
………………………………………………………………………………….[omissis]
6-76 Con gli occhi tristi, verso me rivolti,
6-77 è l’ombra femminile che esordisce:
6-78 “Siamo due fiori non ancora colti”

6-79 La osservo, ed il mio cuore rattristisce.
6-80 “Amor, ch’ a nullo amato amar perdona”
6-81 sussurro dentro, mentre lei svanisce.
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto VII 

7-1 Maestro, posso farti una domanda?
7-2 In questo inferno colmo di dolore,
7-3 chi è quel Dio che vigila e comanda?

7-4 Lo sai, io sono stato un peccatore
7-5 e pecco ancora, nonostante tutto.
7-6 Sono la Luce, o un semplice colore?

7-7 Sono la Pianta, o un maturato frutto
7-8 costretto a terra tra le sue radici,
7-9 fin quando il tempo non l'avrà distrutto?   

7-10 Potrò incontrare Dio? Tu che ne dici?
7-11 Potrà Maometto andare alla Montagna
7-12 e inerpicarsi sulle Sue pendici?

7-13 Ma soprattutto... Dio che ci guadagna
7-14 da uno come me, che non ha niente,
7-15 che ha solo la sua vita per compagna?
………………………………………………………………………………….[omissis]
7-52 Di tutto ciò che vedi, nulla è vero!
7-53 Potrai vibrare in altre dimensioni.
7-54 Potrai comunicare col pensiero.

7-55 Potrai mirare a nobili ascensioni
7-56 o recitar parole di conforto
7-57 per chi è gravato dalle indecisioni.

7-58 Potrai sperare, quando sarai morto,
7-59 di vivere con Dio e la Verità
7-60 fin quando un giorno non sarai risorto.

7-61 Pur conquistando doti e qualità,
7-62 pur diffondendo amore tra gli umani,
7-63 pur visitando aliene civiltà,

7-64 non tratterrai che il nulla tra le mani!
7-65 È solo Maya, splendida illusione,
7-66 e non c'è ieri, oggi, né domani.
………………………………………………………………………………….[omissis]
7-127 Maestro, ciò che ho udito mi fa male.
7-128 Le tue parole mi hanno tolto il fiato.
7-129 Comprendo: la domanda era banale,
7-130 l'inferno me lo sono meritato!

Canto VIII 

8-1 Cerbero veglia a guardia dei dannati,
8-2 costretti dal pensiero a soggiornare
8-3 quaggiù, nel terzo cerchio segregati.

8-4 Le sue tre gole emettono un latrare
8-5 che ossessionante penetra la mente
8-6 di chi non ha più forza per pensare.

8-7 Di chi si aggrada a non pensare a niente;
8-8 di chi dei suoi pensieri si riveste;
8-9 di chi non ha un pensiero prevalente.
………………………………………………………………………………….[omissis]
8-55 Osserva intorno a te questo stagnante
8-56 e putrido acquitrino che ghermisce
8-57 le proprie prede in modo ‘sì aberrante.

8-58 La pioggia infuria e l’acqua non lenisce
8-59 la sofferenza di chi il sole agogna.
8-60 E Cerbero su questi si accanisce!
………………………………………………………………………………….[omissis]


Canto IX

9-1 Percorrere l’inferno insegna molto,
9-2 sebbene sia difficile scovare
9-3 noi stessi dietro al nostro stesso volto.

9-4 Nel nostro ancora incerto camminare,
9-5 è facile trovarsi in situazioni
9-6 che ancora ci è impossibile spiegare.

9-7 Ma l’uomo deve aver delle opinioni
9-8 poiché altrimenti crolla il suo castello
9-9 poggiato su un terreno di illusioni.
………………………………………………………………………………….[omissis]
9-52 Tutto il mio corpo intimorito arretra,
9-53 quand’ecco comparir dalla caverna
9-54 la sagoma di Pluto, belva tetra.

9-55 “Non lo temere: il dio che lo governa
9-56 ha riservato a noi rari destini
9-57 che condurranno alla saggezza eterna!

9-58 In te si è ridestata Kundalini.
9-59 Il Fuoco Sacro, per un solo istante,
9-60 ti ha fatto assaporar doni divini.

9-61 Adesso che le sbarre sono infrante
9-62 non indugiamo oltre in questa terra
9-63 e proseguiamo il viaggio affascinante!”

9-64 Pluto si para e un ululato sferra.
9-65 Vedendomi indeciso, il mio tutore
9-66 mi affianca per equilibrar la guerra.

9-67 “Devi tacere, o lupo, il tuo Signore
9-68 ha già indicato a noi la nostra mèta.
9-69 Non puoi disubbidire a un Superiore!”

9-70 Con mio stupor, la belva torna quieta
9-71 e come vela che non ha più vento
9-72 s’inchina all’avanzare del Poeta.
………………………………………………………………………………….[omissis]
9-79 “In questo quarto cerchio dell’imbuto
9-80 prodighi e avari: il troppo e il troppo poco.
9-81 E tu, cos’hai donato o trattenuto?

9-82 Non parlo di fortune perse al giuoco
9-83 o accumulate a spese di qualcuno:
9-84 il dare è l’acqua e il trattenere è il fuoco.

9-85 Non parlo di opulenza o di digiuno
9-86 ma di saper centellinar se stesso,
9-87 gestendosi nel modo più opportuno.”

9-88 Ancor non ho capito, lo confesso!
9-89 Ma posso dir che l’uomo a volte tende
9-90 ad abusar di ciò che gli è concesso…

9-91 “Quanta ignoranza è quella che vi offende!
9-92 Vi piace accattonare cose nuove
9-93 come un barbone che la mano tende.
………………………………………………………………………………….[omissis]
9-130 “Non sei colui che credi: un io pensante
9-131 che cerca a tutti i costi il proprio scopo.
9-132 La Verità non è molto distante…
9-133 Ma proseguiamo… Ne parliamo dopo!”

Canto X

10-1 Giunti a una sponda, ci guardiamo attorno
10-2 cercando un mezzo adatto a navigare:
10-3 chi non procede non può far ritorno!

10-4 Maestro, questo è un fiume, un lago o un mare?
10-5 Restiamo fermi qui, su questa riva?
10-6 Non dirmi che ci toccherà nuotare!

10-7 “Vedrai che prima o  poi qualcuno arriva!
10-8 È il fiume Stige, il fiume del lamento.
10-9 Ti svelo qualche sua prerogativa…

10-10 È testimone d’ogni giuramento:
10-11 un sorso d’acqua svela chi ha ingannato
10-12 e lo spergiuro paga col tormento.

10-13 Qui Achille venne immerso appena nato
10-14 e l’acqua gli donò immortalità.
10-15 Ma il suo tallone non ne fu bagnato.
………………………………………………………………………………….[omissis]
10-43 Vedo un battello, con la prua rotonda,
10-44 avvicinarsi a riva in un baleno.
10-45 Al suo timone è una figura immonda. 

10-46 Non oso alzare i piedi dal terreno
10-47 ma il mio Maestro mi sospinge avanti
10-48 ed io come un anguilla mi dimeno!

10-49 “Flegiàs ci condurrà dagli abitanti
10-50 che fanno propria la città di Dite,
10-51 ben oltre la palude, là davanti!

10-52 Questo pantano pullula di vite
10-53 oppresse dall’accidia e dalla rabbia:
10-54 chi tacque sempre, chi cercò la lite!

10-55 E tu, dove ti trovi? In quale gabbia
10-56 il mare della vita ti ha gettato?
10-57 sei duro scoglio o sbriciolata sabbia?
………………………………………………………………………………….[omissis]
10-79 A guardia di quell’unica apertura,
10-80 che è via di accesso al cuore dell’inferno,
10-81 una gran folla mette gran paura.

10-82 Come faremo a giungere all’interno?
10-83 Son angeli o son dèmoni, costoro?
10-84 Li manda satanasso o il Padreterno?

10-85 “Mi son provato già a parlar con loro
10-86 ma la mia voce non ha fatto breccia.
10-87 Vedrai, verrà in aiuto il Messo d’Oro!

10-88 Soltanto lui, scagliando la sua freccia,
10-89 farà tacer per sempre quel baccano,
10-90 farà fuggire questa orrenda feccia”.

10-91 Ma tu, che tieni un intelletto sano,
10-92 afferra tutto ciò che si nasconde
10-93 in questo mio narrare in modo strano!
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XI

11-1 La porta delle mura è spalancata
11-2 e dalla soglia un magico bagliore
11-3 risale fino al centro dell’arcata.

11-4 Io mi incammino avanti, con l’ardore
11-5 del milite che ha vinto la battaglia
11-6 senza versar né sangue né sudore.

11-7 Sebbene la diabolica marmaglia
11-8 sia stata messa in fuga dal Divino,
11-9 la luce del trionfo già mi abbaglia.

11-10 Maestro! Vieni! Stammi più vicino!
11-11 Perché rimani fermo e sei perplesso?
11-12 Perché non vuoi riprendere il cammino?
………………………………………………………………………………….[omissis]
11-37 “Laddove non può esistere un laddove…”
11-38 “L’hai detto tu! Ma adesso l’hai davanti!
11-39 Qui non si tratta di esperienze nuove!

11-40 Non aspettarti cose affascinanti.
11-41 Oltre la porta niente ha più valore,
11-42 nemmeno una montagna di diamanti!

11-43 Là non si prova gioia né dolore.
11-44 Non c’è più nulla in quella dimensione:
11-45 né il sentimento d’odio, né l’amore.
………………………………………………………………………………….[omissis]
11-109 Restarmene all’inferno non è bello!
11-110 Se oltre a quella porta è il paradiso,
11-111 perché non fare un salto di livello?

11-111 “Tu salta dove vuoi, ma io ti avviso
11-113 che ricadrai davanti a questa porta
11-114 fin quando l’ego non sia stato ucciso
11-115 ed ogni sua ambizione non sia morta!”

Canto XII 

12-1 Dopo aver detto ciò il Maestro tace,
12-2 lasciandomi in silenzio a valutare
12-3 per quale via poter trovar la pace.

12-4 Non nego che il mio istinto voglia andare
12-5 incontro a quella luce che mi incanta
12-6 ma forse ho ancora molto da imparare!

12-7 Di strada ne ho già fatta. Poca o tanta?
12-8 Non riesco a giudicare se son seme,
12-9 fuscello, arbusto o secolare pianta!
………………………………………………………………………………….[omissis]
12-25 “Comprendo il tuo stupore nel capire
12-26 che tutto ciò che vai sperimentando
12-27 non cambierà d’un soffio il tuo esperire.

12-28 D’altronde è questa via che stai cercando:
12-29 la via che ti riporti alla dimora
12-30 senza un perché, né un dove un come o un quando.”
………………………………………………………………………………….[omissis]
12-91 All’uomo appare il giorno e poi la sera
12-92 ma il sole splende sempre, su nel cielo.
12-93 La vita è un’esperienza passeggera:

12-94 è un fiore appeso a un delicato stelo
12-95 che fino al giorno in cui dovrà seccare
12-96 non teme sole, pioggia, vento o gelo.

12-97 Non domandargli: che sei nato a fare?
12-98 Il fiore non si pone la domanda.
12-99 Al fiore è sufficiente profumare!

12-100 Non sa se esiste un dio che lo comanda
12-101 ed anche se esistesse cosa importa?
12-102 Accetterebbe ciò che dio gli manda!
………………………………………………………………………………….[omissis]
12-136 Ricordati che il niente è uguale al tutto
12-137 e sii cosciente che non sei mai nato.
12-138 Se tutto ciò che sei sarà distrutto,
12-139 non c’è da fare altro: sei arrivato!”

Canto XIII

13-1 Maestro, vuoi che avanzi o che indietreggi?
13-2 Di tentativi ormai ne ho fatti tanti
13-3 ma non comprendo queste nuove leggi!
………………………………………………………………………………….[omissis]
13-4 “Tornare indietro o proseguire avanti
13-5 non cambierà di molto la tua essenza
13-6 e i tuoi obiettivi non verranno infranti!

13-7 Non c’è una méta, o un punto di partenza.
13-8 Non c’è destino, non c’è vita o morte.
13-9 Nessun futuro, per la tua coscienza.

13-10 Ti vedo fiero, baldanzoso e forte,
13-11 ma sei nel guado tra realtà e illusione
13-12 ed in balìa di identità distorte.

13-13 Hai in te le due nature del Grifone:
13-14 sei terra e cielo e puoi schivar l’agguato
13-15 di Aletto, di Megera e Tisifone.

13-16 Le tre sorelle Erinni che han tentato
13-17 di volgere il tuo sguardo a la Medusa
13-18 perché fossi da lei pietrificato.
………………………………………………………………………………….[omissis]
13-55 Se guardi a Farinata e a Cavalcante
13-56 in loro scorgerai la sordità
13-57 a tutto ciò che è credo edificante;

13-58 a tutto ciò che offre l’aldilà,
13-59 inteso come viaggio trascendente
13-60 tra ciò che sempre resta e ciò che va.

13-61 Lo studio razionale è insufficiente
13-62 a fare sì che l’essere decida
13-63 di rimanere vigile e cosciente

13-64 ma è la sua Coscienza che lo guida
13-65 nel viaggio che conduce alla salvezza
13-66 e lo supporta in questa grande sfida.”
………………………………………………………………………………….[omissis]
13-124 Il peggio di ogni uomo è accumulato
13-125 nel settimo, l’ottavo e il nono cerchio.
13-126 Per questo è un luogo più che mai affollato!

13-127 E queste rocce sono il suo coperchio!
13-128 Per farlo saltar via dovrai osservare
13-129 ciò che di te è in carenza oppur soverchio.

13-130 Per questo noi dovremo qui sostare.
13-131 Ogni penuria porta ad un eccesso:
13-132 la via di mezzo è il luogo dove stare.
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XIV
………………………………………………………………………………….[omissis]
14-55 Se questo inferno, dove io soggiorno,
14-56 è figlio dell’Arconte di Sophia,
14-57 potrà per me mai esserci un ritorno?

14-58 “Ma dove vuoi tornare? Questa Via
14-59 è strada senza uscita che procede
14-60 in direzione opposta all’utopia!

14-61 Un uomo che travisa questa fede,
14-62 credendo torni a nascere in eterno,
14-63 è acrobata che mette in fallo un piede!

14-64 Per questo sperimenti questo Inferno:
14-65 soltanto sconfiggendo i tuoi impostori
14-66 la primavera seguirà all’inverno.

14-67 Se l’alto è come il basso, e il dentro è il fuori,
14-68 se il tuo futuro è figlio del passato,
14-69 rifuggi le tue gioie e i tuoi dolori.
………………………………………………………………………………….[omissis]
14-88 Maestro, io continuo a non capire
14-89 l’utilità di questa messinscena
14-90 se l’uomo prima o poi dovrà sparire.

14-91 Io sono l’acqua, la preziosa vena
14-92 che sgorga fresca e limpida dal pozzo,
14-93 o sono il secchio appeso alla catena?

14-94 Io sono il capitano oppure il mozzo?
14-95 Son destinato a nobili traguardi
14-96 o a rimanere un animale rozzo?

14-97 “Hai gli occhi per vedere, ma non guardi!
14-98 Sei servo che si veste da padrone!
14-99 Ma adesso andiamo, che si è fatto tardi!”
………………………………………………………………………………….[omissis]
14-139 Maestro, come posso dare un volto
14-140 a un uomo che in realtà non è esistito?
14-141 “Il tuo pensiero l’ho apprezzato molto
14-142 ma c’è qualcosa che non hai capito!”

Canto XV
………………………………………………………………………………….[omissis]
15-7 Cos’è questo fetore nauseabondo
15-8 che sale dalle viscere infernali
15-9 del cerchio che si apre, laggiù in fondo?

15-10 È puzza d’uomo oppure di animali?
15-11 “Invero non c’è molta differenza
15-12 ma non è il caso d’essere formali!

15-13 Il cerchio è colmo della putrescenza
15-14 dall’uomo seminata oppur raccolta
15-15 nel dar libero sfogo alla violenza!

15-16 Violenza contro il prossimo. Talvolta,
15-17 violenza su se stessi indirizzata,
15-18 o peggio ancora verso Iddio rivolta.

15-19 Ma guarda, dietro a quella palizzata,
15-20 la bestia metà uomo e metà toro
15-21 che già ci ha scorto e in piedi si è drizzata”

15-22 Proteggimi o Maestro! Io ti imploro
15-23 di cacciar via quest’aberrante istinto
15-24 che vuol che il ferro non tramuti in oro!

15-25 “L’hai già sconfitto tu, nel Labirinto
15-26 ma prima che tu possa ricordare
15-27 ben altre guerre devi avere vinto!

15-28 O Minotauro, lasciaci passare!
15-29 Costui che è qui al mio fianco non si inganna
15-30 del tuo istintivo e torbido pensare!
………………………………………………………………………………….[omissis]
15-112 Scendiamo dunque pei costoni impervi
15-113 e giunti a valle risaliamo il monte
15-114 da impavidi regnanti e non da servi!

15-115 Giù in basso scorre il fiume Flegetonte,
15-116 nel quale sangue giacciono i violenti
15-117 costretti qui a punir le proprie onte.”
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XVI

16-1 Giunge Chirone a noi, con Folo e Nesso.
16-2 Già temo di assaggiar la sua saetta
16-3 ed indietreggio, mesto e sottomesso.

16-4 Ma il mio Maestro tosto mi bacchetta:
16-5 “Con me non hai mai nulla da temere,
16-6 ma ancora non lo sai cosa ti aspetta”

16-7 E poi, rivolto al cavalcante arciere:
16-8 “Il piede di costui smuove la roccia:
16-9 non è ancor morto, come puoi vedere!
………………………………………………………………………………….[omissis]
16-34 Guardo affiorar dal sangue ribollente
16-35 chi fino a ciglia, a gola, al petto o ai piedi:
16-36 Sono i miei io violenti, la mia mente!

16-37 Parla il Maestro: “Finalmente vedi
16-38 il peggio di te stesso qui punito
16-39 per atti di violenza o bieche fedi.”
………………………………………………………………………………….[omissis]
16-76 Nella palude il sangue bolle e fonde
16-77 i corpi immateriali dei violenti.
16-78 Con i centauri, vigilanti in ronde,

16-79 pronti a scoccare i loro dardi ardenti
16-80 contro coloro che escono dal fiume
16-81 per alleviare i loro patimenti.

16-82 “Osserva quanta folla perde il lume
16-83 della Divina Madre di saggezza
16-84 cedendo alla violenza e al malcostume!
………………………………………………………………………………….[omissis]
16-115 Non aver fretta: son ben sette i Cieli
16-116 che uno ad uno tu dovrai esplorare
16-117 finché non sian caduti tutti i veli.

16-118 Ma prima che tu possa cominciare
16-119 a risalire per le eccelse spire
16-120 i nove inferni devi visitare.

16-121 Da qui comincia infatti il tuo esperire:
16-122 se ”in alto come in basso” è cosa certa,
16-123 Per vivere dovrai prima morire.”
………………………………………………………………………………….[omissis]
16-133 Maestro, oltre tutte le apparenze,
16-134 chi muove questa mente surrogata?
16-135 “Non aver fretta, o vate di Firenze,
16-136 or proseguiam la visita guidata!”

Canto XVII

………………………………………………………………………………….[omissis]
17-7 Maestro, sbaglio o qui non vedo morti?
17-8 Eppure sento giungere lamenti
17-9 di anime costrette a cupe sorti!

17-10 Da queste frasche giungono tormenti
17-11 di genti imprigionate nel roveto
17-12 che pare dilaniar le loro menti.

17-13 Chi sono costoro? E quale fu il divieto
17-14 che vollero violare in esistenza?
17-15 Perché son qui, nascosti nel pruneto?

17-16 “Non son nascosti. Solo in apparenza
17-17 stai udendo un invisibile richiamo
17-18 poiché dei loro corpi sono senza.

17-19 Se non mi credi, spezza qualche ramo.
17-20 Vedrai sgorgare sangue denso e nero
17-21 e dell’arbusto ascolterai il reclamo.”

17-22 Ma dunque, questa selva è un cimitero?
17-23 Perché il dannato è tramutato in spino
17-24 e in queste vesti è reso prigioniero?
………………………………………………………………………………….[omissis]
17-124 Le cagne nere van rodendo l’osso
17-125 di chi ha vissuto da scialacquatore
17-126 spendendo la sua vita a più non posso

17-127 tra bramosie e ricerca del clamore.
17-128 Mentre colui che la sua vita toglie
17-129 dal palco del suo Mentore di Amore

17-130 da mille arpie vedrà le proprie foglie
17-131 sbranate come pasto e il proprio arbusto
17-132 avrà vessato da incessanti doglie.

17-133 Ma tu, che sai di vivere nel giusto, 
17-134 non dimorare mai nell’illusione
17-135 e per la vita non menare gusto.
17-136 Adesso andiamo là, verso il Sabbione!”

Canto XVIII

18-1 Il mio Maestro avanza lentamente,
18-2 così com’è ancor lento il mio avanzare
18-3 tra i dedali infernali della mente.

18-4 Maestro, quali vette ho da scalare
18-5 per ritenermi finalmente edotto,
18-6 al punto di potermi risvegliare?

18-7 Da questo inferno interno ho già dedotto
18-8 che a tutto questo umano compromesso
18-9 fa capo un corruttore ed un corrotto.

18-10 Ma questi sono tutt’uno con me stesso:
18-11 è solamente il giuoco delle parti
18-12 che nasce dal mio senso di possesso!
………………………………………………………………………………….[omissis]
18-64 Sul suolo del sabbione il fuoco fiocca
18-65 come la neve cade senza vento.
18-66 Mi viene in mente una domanda sciocca.

18-67 Morire non significa tormento
18-68 per tutto ciò che devi abbandonare?
18-69 La morte, in fondo, a tutti fa spavento!
………………………………………………………………………………….[omissis]
18-124 Tu sei un vascello che non ha timone
18-125 poiché è guidato dal suo stesso istinto:
18-126 risali il fiume come fa il salmone!

18-127 In alcun modo ti darai per vinto.
18-128 Nuotando sempre più controcorrente
18-129 finché l’inganno non sia stato estinto.

18-130 Finché non c’è ritorno alla Sorgente
18-131 non c’è la soluzione dell’arcano
18-132 ed oltre la sorgente esiste il Niente!

18-133 Adesso vieni, prendi la mia mano.
18-134 Abbiamo un’avventura che ci aspetta
18-135 finché sei ancora in questo corpo umano.
18-136 Ma dura poco: devi fare in fretta!”

Canto XIX
………………………………………………………………………………….[omissis]
19-46 Orbene, osserva le anime sdraiate,
19-47 supine sulla sabbia arroventata,
19-48 ed altre là, da sempre incamminate.

19-49 Verso una mèta che fu mai trovata:
19-50 taluno rassegnato alla sua sorte,
19-51 talaltro in cerca della dea bendata!

19-52 Nudi alle fiamme ardenti della morte,
19-53 sprecano il tempo a muoversi nel mondo,
19-54 vagando tra le proprie idee contorte.

19-55 Non colgono che stan girando in tondo,
19-56 mancandogli il coraggio di gettarsi
19-57 in quel divino abisso senza fondo.
………………………………………………………………………………….[omissis]
19-67 Là, tra la selva, sgorga un'ampia fonte
19-68 di un liquido rossastro e ribollente.
19-69 Ed il Maestro: “Quello è il Flegetonte!”

19-70 Stavolta il fiume d'anima cocente
19-71 ti appare come un umile ruscello:
19-72 del rio infernale, questa è la sorgente!

19-73 Ma prima di avanzare nell'avello
19-74 ed illustrarti i fiumi dell'inferno,
19-75 guarda a colui che fa chiosa e suggello

19-76 al settimo dei cerchi. Col suo scherno,
19-77 le sue bestemmie a dio ed il suo disdegno,
19-78 arde scontando il suo castigo eterno.

19-79 Fu Capaneo, di gran superbia pregno.
19-80 Uomo accecato dalla sua alterigia
19-81 e dal disprezzo verso il Sacro Regno.

19-82 Giace inchiodato là, sulla battigia,
19-83 fiero e incurante dell' ardente neve
19-84 che scende a cancellar le sue vestigia!
………………………………………………………………………………….[omissis]
19-127 Sei Tu la Luce, il bianco ed il colore.
19-128 Sei Tu il protagonista e sei la trama.
19-129 Sei schermo, sei pellicola e motore!

19-130 La vita è uno stupendo cinerama
19-131 che non esiste, eppur si sta svolgendo!”
19-132 Sottile, come il filo di una lama,
19-133 È la Realtà, che ancora non comprendo!

Canto XX

20-1 “Capisco non sia facile staccarti
20-2 dal corpo che ti sei cucito addosso
20-3 e non potrei per questo biasimarti.

20-4 Innanzi a te il divino paradosso
20-5 si svolge come tela srotolata
20-6 che corre, come questo fiume rosso.

20-7 La vita è un'avventura immaginata
20-8 e tu non sei che un filo del tessuto
20-9 che tesse la sua trama designata.

20-10 Come un segugio che ha perduto il fiuto,
20-11 annusi il vento in cerca di una traccia
20-12 che aiuti a ritrovar ciò che hai perduto.
………………………………………………………………………………….[omissis]
20-43 Il mio avanzar si ferma a una cascata
20-44 che ostacola il prosieguo del percorso.
20-45 Maestro, ci facciamo una nuotata?

20-46 “Quando ti narrerò per quale corso
20-47 giunge quaggiù quel liquido fecondo,
20-48 non credo ne berrai neppure un sorso!
………………………………………………………………………………….[omissis]
20-73 Più avanti scenderai alle Malebolge
20-74 e là potrai tu stesso constatare
20-75 quanto l'azione altrui, altri coinvolge.

20-76 Lo vedi? Non sei pronto per pensare
20-77 di te come sorgente di energia
20-78 che l'universo possa influenzare.
………………………………………………………………………………….[omissis]
20-109 “Il tempo è sempre e solo tempo perso
20-110 se in lui la mente scorre vorticosa
20-111 e dai pensieri l'uomo vien sommerso.

20-112 Tu pensi ancora di essere “qualcosa”.
20-113 La tua indiscussa individualità
20-114 di celebrar se stessa è bisognosa.

20-115 Il culto della personalità
20-116 è figlio di quel tempo che ha distorto
20-117 la percezione dell'eternità.
………………………………………………………………………………….[omissis]
20-127 Conduci la tua mente sul sentiero
20-128 del quieto meditare sull'azione.
20-129 Il tempo che ti tiene prigioniero
20-130 è pure tempo di realizzazione!”

Canto XXI

21-1 Via discorrendo, siamo giunti in fretta
21-2 al termine dell'ultimo girone.
21-3 L'ottavo cerchio è in basso che ci aspetta,

21-4 nascosto dall'abisso del burrone.
21-5 Sarebbe il nove aprile del 'trecento,
21-6 ma il tempo, questo emerito cialtrone,

21-7 scompiglia i giorni, come i fogli al vento
21-8 di questo immaginario calendario,
21-9 così come dà vita a ogni momento.

21-10 Il mio Maestro è stato lapidario
21-11 nel condannare il tempo e il suo misfatto
21-12 di originare un ritmo immaginario

21-13 in cui il pensiero sguazza soddisfatto.
21-14 Nel tempo il dopo segue sempre il prima
21-15 ma il flusso sembra non fluire affatto...

21-16 Ma è tempo di riprendere la rima
21-17 tornando alle terzine incatenate,
21-18 o il tempo con il ritmo non collima!
………………………………………………………………………………….[omissis]
21-46 Concedimi, mi sono divertito
21-47 quand'hai deciso di rimare strano
21-48 per tre e per quattro versi lo spartito!

21-49 Spostando altrove il punto, piano piano,
21-50 hai indotto il senso della distorsione
21-51 nell'equilibrio del pensare umano.

21-52 Perciò la mente è andata in confusione:
21-53 sebbene la tua rima fosse esatta,
21-54 fluiva male, fuori posizione!
………………………………………………………………………………….[omissis]
21-82 ...E adesso credi di essere all'inferno!
21-83 Come ti ho detto, Ciò che solo “Esiste”
21-84 non può esperirsi in uno spazio esterno.

21-85 È Autosussistenza che sussiste
21-86 di per Se Stessa, senza alcun apporto
21-87 da fuori a tutto ciò di cui consiste.

21-88 Lo spazio e il tempo plasmano il supporto
21-89 in cui può agire la dualità
21-90 “soggetto – oggetto”, da cui tutto è sorto.
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XXII

………………………………………………………………………………….[omissis]
22-67 Ma riprendiamo il viaggio... Alla tua vista
22-68 si para già l'abisso del burrone:
22-69 l'ottavo cerchio, solo un balzo dista!

22-70 Abbandoniamo orsù questo girone.
22-71 Fa' mia la corda che ti lega in cinta
22-72 ed attendiamo giunga qui Gerione!”

22-73 Maestro, questa corda ai fianchi avvinta
22-74 serviva nella selva a catturare
22-75 la lonza dalla pelle variopinta

22-76 ma adesso te la posso arrotolare
22-77 e porgere affinché ne faccia l'uso
22-78 che riterrai più consono di fare.

22-79 Ma se della tua calma non abuso,
22-80 puoi dirmi chi è Gerione e come possa
22-81 condurci in fondo a questo anfratto occluso?

22-82 “L'ottavo cerchio è in fondo a questa fossa
22-83 laddove il Flegetonte compie il balzo
22-84 formando una cascata calda e rossa.”
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XXIII

………………………………………………………………………………….[omissis]
23-22 Andiamo dunque, questa cavalcata
23-23 fa parte anch'essa della tua avventura
23-24 e non lagnarti: te la sei cercata!

23-25 Se proprio non puoi vincer la paura,
23-26 ti cingerò la vita con le braccia
23-27 così che la discesa sia sicura.”

23-28 Penso che è molto meglio se mi abbraccia!
23-29 Sarò vigliacco, ma che posso fare
23-30 se nelle vene il sangue mi si ghiaccia?
………………………………………………………………………………….[omissis]
23-40 Come un viandante che nel buio erra,
23-41 non ho una direzione o mèta certa;
23-42 non so se qui mi attenda pace o guerra.

23-43 Di dieci bolge vado alla scoperta.
23-44 Del pullular di anime costrette
23-45 a punizione dal divino inferta.

23-46 Fossati in pietra e logge all'uopo erette
23-47 concentriche sul baratro infernale,
23-48 che più si scende e più si fanno strette,

23-49 si offrono al mio sguardo verticale
23-50 che più si sforza di guardare in basso
23-51 più sfuma dentro l'orrido abissale.

23-52 Tra un fosso è l'altro si erge un sovrappasso
23-53 di roccia ad arco teso tra le sponde
23-54 a mo' di ponte realizzato in sasso.

23-55 Chiamo il Maestro ed egli mi risponde:
23-56 “Son qui, non preoccuparti delle grida
23-57 o il tuo lungimirare si confonde!
………………………………………………………………………………….[omissis]
23-64 Qui, nell'ottavo cerchio vien punita
23-65 la fraudolenza di chi ha reso frode
23-66 sfruttando la fiducia mal carpita.

23-67 Del primo fosso il demone è il custode:
23-68 ruffiani e seduttori, in file opposte,
23-69 flagella con il gatto a nove code.
………………………………………………………………………………….[omissis]
23-133 Ordunque, vedi tu che queste genti,
23-134 che appaiono soffrire dentro il fosso,
23-135 sono l'azione eppur non son gli agenti?

23-136 C'è un verbo che ti frega: è il verbo “posso”.
23-137 “Tu” non puoi niente e niente è mai accaduto
23-138 ma ciò che è apparso ti è avvenuto addosso!

23-139 Che “tu” l'abbia subìto oppur voluto
23-140 in fondo non fa molta differenza:
23-141 non c'è nessuna azione che hai compiuto!”
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XXIV

24-1 “Orsù, scaliamo il palco che conduce
24-2 sull'argine del fosso sottostante.
24-3 Sali più in alto: giù c'è poca luce!

24-4 Osserva quanto poco sia invitante
24-5 questa seconda bolgia: il suo fetore
24-6 è qualche cosa di raccapricciante!”

24-7 Chi son coloro che si dan dolore
24-8 colpendosi le carni con le mani,
24-9 coperti dall'infamia e il disonore?
………………………………………………………………………………….[omissis]
24-37 Maestro, io non ci capisco niente!
24-38 Se son così, che cosa posso fare?
24-39 Ed il mio “fare” è vero od apparente?

24-40 “Va bene, adesso basta di giocare
24-41 al gioco del maestro e dell'allievo!
24-42 Qualcosa ti ho voluto anticipare...

24-43 ...Ma ciò che segue non darà sollievo
24-44 e un senso di profonda frustrazione
24-45 ti assalirà per ciò che dirti devo.
………………………………………………………………………………….[omissis]
24-145 “In alto è come in basso”: il tuo vegliare
24-146 è il sogno del Divino e la Coscienza
24-147 è lo strumento che lo fa osservare!

24-148 Moltiplica all'ennesima potenza
24-149 la Sua Divina potenzialità
24-150 e scopri come questa tua esistenza
24-151 esista solo nell'eternità!”

Canto XXV

25-1 Un sogno dentro a un sogno... A tutto questo
25-2 ti giuro, non avevo mai pensato...
25-3 Neppure al fatto di non esser desto...

25-4 ...Neppure al fatto di essere “sognato”
25-5 da questo Dio Immanente ed Assoluto,
25-6 che in seno Suo mi tiene immaginato!

25-7 Fortuna mia, che tu sia qui in mio aiuto,
25-8 seppure, come me, tu non esista,
25-9 per quanto accanto a me sembri seduto!
………………………………………………………………………………….[omissis]
25-28 Ti mostrerò, man mano che procedi,
25-29 le buche dove gli empi sono immersi
25-30 a testa in giù, che il busto appena vedi.

25-31 Son personaggi lugubri e perversi.
25-32 Ma osserva i loro piedi scalpitanti,
25-33 che da fiammelle ardenti sono aspersi.

25-34 Di ciò che è sacro furono mercanti.
25-35 Simone il Mago è stato il precursore
25-36 che ha dato il nome a questi lestofanti.
………………………………………………………………………………….[omissis]
25-82 Questa Commedia non sarà infinita!
25-83 Un giorno ci dovremo salutare,
25-84 allor ch'ogni mia rima sia esaurita!

25-85 Non credo che la vita sia un affare:
25-86 la vita è un modo per restare vivi
25-87 e non saprei altrimenti dove andare!
………………………………………………………………………………….[omissis]
25-100 “Anch’egli si macchiò di simonia:
25-101 fu Niccolò, di casta nobiliare,
25-102 la corruzione fu la sua mania!

25-103 Altri due papi, in abito talare,
25-104  puniti con uguale contrappasso,
25-105 la stessa fossa andranno ad abitare.

25-106  Giungendo qui, al momento del trapasso,   
25-107 Clemente V e Bonifacio VIII 
25-108 Lo spingeranno in buca ancor più in basso.”
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XXVI

26-1 Maestro, perché mai mi prendi in braccio?
26-2 Non credi ch’io sia lesto a camminare
26-3 o temi che io cada in un crepaccio?

26-4 “Là sopra il ponte ti vorrei portare,
26-5 tra il quarto e il quinto argine sospeso.
26-6 Da lì la quarta bolgia puoi ammirare.
………………………………………………………………………………….[omissis]
26-28 Maestro, ma che sorta di peccato
26-29 avranno mai commesso queste genti,
26-30 costrette a questo aspetto deturpato?

26-31 Indietreggiando, avanzano piangenti.
26-32 Camminano all’indietro per vedere
26-33 poiché non sanno muoversi altrimenti.

26-34 “Son gli indovini, avvezzi a prevedere.
26-35 Le lacrime, che sgorgano copiose,
26-36 gli bagnano la schiena ed il sedere.
………………………………………………………………………………….[omissis]
26-58 E tu, cos’hai saputo prevedere?
26-59 Hai sempre in mente mille idee e progetti
26-60 e pensi sempre a ciò che può accadere.

26-61 Sei presuntuoso e pieno di concetti;
26-62 vuoi sempre prevedere il tuo destino
26-63 ma non accetti ciò che non ti aspetti.

26-64 In fondo pure tu sei un indovino
26-65 che scruta i fondi del caffè sperando
26-66 di divinare quale sia il cammino.
………………………………………………………………………………….[omissis]
26-121 Se non hai orecchio che il silenzio oda;
26-122 se non hai occhio che nel buio veda,
26-123 è l’ora di incontrare Malacoda!”
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XXVII

27-1 Così, del più e del meno discorrendo,
27-2 come due amici ritrovati al parco,
27-3 di fatti che citar qui non intendo,

27-4 ci avviciniamo lesti al quinto varco
27-5 ma all’improvviso il mio Maestro arretra:
27-6 “Ohibò! Mi sa che qui è crollato l’arco!”
………………………………………………………………………………….[omissis]
27-22 Di fini orrende ormai ne ho viste tante
27-23 ma ribollire nella pece nera
27-24 tra i luoghi per soffrire è il più agghiacciante!

27-25 Chi fu costui? In vita sua chi era?
27-26 “Fu un barattiere, abile cialtrone,
27-27 che rubò tanto e mai finì in galera!

27-28 Godendo di elevata posizione,
27-29 in cambio di denaro fece tutto…
27-30 è ciò che oggi è detta ‘concussione’!
………………………………………………………………………………….[omissis]
27-64 Il giorno in cui qui in Terra è morto il Cristo,
27-65 un terremoto tutti i ponti ha infranto
27-66 ma uno è intatto, loro l'hanno visto!

27-67 Se vuoi finire in fretta questo canto,
27-68 ti suggerisco di venirmi appresso.
27-69 O rimanere qui ti piace tanto?”
………………………………………………………………………………….[omissis]
27-85 “C’è Graffiacane, il demone più esperto
27-86 a martoriare col bastone a uncino
27-87 chi soffre dalla pece ricoperto.

27-88 Più avanti, là, puoi scorgere Alichino.
27-89 Appresso a lui c’è il demone Cagnazzo,
27-90 che assilla quel dannato a capo chino.
………………………………………………………………………………….[omissis]
27-103 Son Malebranche, demoni cornuti.
27-104 Già li conosci, fin dal canto ottavo.
27-105 Non dirmi che non gli hai riconosciuti!
………………………………………………………………………………….[omissis]
27-121 Più vado avanti e ancor più mi persuado
27-122 che questa mia Commedia sia un imbuto
27-123 di trabocchetti dentro ai quali cado!
………………………………………………………………………………….[omissis]

Canto XXVIII
………………………………………………………………………………….[omissis]
28-7 Dev’essere da sballo programmare
28-8 questi organismi corpo-mente umani
28-9 per fare ciò che tu gli vuoi far fare!

28-10 A uno è rose e fiori il suo domani;
28-11 a me sovvien di scrivere un poema;
28-12 un altro ancora avrà vita da cani!
………………………………………………………………………………….[omissis]
28-37 Maestro, dove sta la via di accesso?
28-38 Dov’è la sesta bolgia? Da che parte?
28-39 “La troveremo. Vienimi dappresso.

28-40 Quei demoni, per mescolar le carte,
28-41 han costruito tutto questo inganno:
28-42 è un Labirinto realizzato ad arte.”
………………………………………………………………………………….[omissis]
28-61 Le loro cappe, rivestite d’oro,
28-62 son foderate in piombo e il loro peso
28-63 è tale, e tanto, che pur io lo ignoro.

28-64 La bolgia degli ipocriti: chi ha offeso
28-65 dissimulando sotto false spoglie
28-66 il suo pensiero ambiguo e sottinteso.
………………………………………………………………………………….[omissis]
28-139 Ancora pochi canti e sarai giunto
28-140 al centro di Te Stesso: l’Assoluto.
28-141 Laddove l’Universo è solo un punto
28-142 e non c’è più bisogno del mio aiuto!”

Canto XXIX
………………………………………………………………………………….[omissis]
29-10 “Torniamo in marcia! Andiamo a visitare
29-11 la settima di queste orrende bolge,
29-12 laddove i ladri devono dannare.

29-13 Il nugolo di serpi che li avvolge
29-14 gli stringe in una macabra spirale
29-15 che il loro aspetto fisico stravolge.”

29-16 In questa metamorfosi infernale,
29-17 il morso di un serpente sulla nuca
29-18 incenerisce il ladro avvezzo al male.

29-19 Ridotto ad un mucchietto di pagliuca,
29-20 si ricompone ancora in carne ed ossa.
29-21 Che cosa sta accadendo? Dimmi, o Duca!
                                                                                         
29-22 E il mio Maestro a me: “In questa fossa
29-23 è il tramutarsi eterno di chi in vita
29-24 rubò a se stesso il ruolo ch’egli indossa.
………………………………………………………………………………….[omissis]
29-82 “Torniamo su, qui non ci sono ponti.
29-83 L’ottava bolgia è poco più distante,
29-84 non c’è da attraversare mari e monti!”

29-85 Maestro, sono Carlo o sono Dante?
29-86 “E che importanza ha? Nessun dei due!
29-87 L’Identità Divina è Equidistante!
………………………………………………………………………………….[omissis]
29-103 La mente è fraudolenta consigliera!
29-104 “L’hai detto, e questa bolgia è sua dimora!
29-105 Ma di esser qui non credo vada fiera!

29-106 Osserva il fuoco che il terreno irrora:
29-107 in ogni fiamma è un’anima che giace
29-108 e il rogo del castigo la divora.
………………………………………………………………………………….[omissis]
29-115 Ma adesso, senza infamia e senza lode,
29-116 vedrai colui che in questo si distingue:
29-117 ti voglio presentare Ulisse, il ‘prode’.

29-118 Nel fuoco che si leva con due lingue,
29-119 l’una è Diomede, l’altra tu sai già.
29-120 è fiamma eterna e il tempo non la estingue.
………………………………………………………………………………….[omissis]
29-136 Ancora cinque canti e sei arrivato,
29-137 ma non sai dove, né per quale scopo
29-138 il tuo destino ti ci avrà portato.
29-139 Non puoi saperlo prima… e neanche dopo!”

 Canto XXX

30-1 La nona bolgia, superato il ponte,
30-2 si para a me mostrandomi un dolore
30-3 che si perpetua oltre l’orizzonte.

30-4 “Punito è qui chi fu seminatore
30-5 di odio, di discordia e divisione,
30-6 al pari del più bieco appestatore.

30-7 Causando scismi nella religione
30-8 o antitesi politico-sociale,
30-9 subisce qui la giusta punizione.

30-10 Il giusto contrappasso è tale e quale
30-11 al danno che da questi fu causato
30-12 agendo in vita in modo conflittuale.

30-13 Il diavolo, di aguzza spada armato,
30-14 a pezzi il loro corpo va tagliando
30-15 fintantoché del tutto sia smembrato

30-16 ma le ferite van rimarginando,
30-17 ricomponendo il corpo ancora intatto,
30-18 che il demone di nuovo va squartando.”
………………………………………………………………………………….[omissis]
30-97 Tu vivi nel ‘Paese dei Balocchi’,
30-98  laddove il mondo brulica di stolti,
30-99 di falsi burattini, di Pinocchi!

30-100 Vedrai tu stesso che verremo accolti
30-101 da chi del falso fé virtù sì immonda
30-102 che lebbra e scabbia scava i loro volti!”

30-103 Decima bolgia: sempre più profonda
30-104 è questa mia discesa nell’abisso.
30-105 Un’eco di lamenti mi circonda.
………………………………………………………………………………….[omissis]
30-112 La bolgia accoglie falsi, ciarlatani
30-113 e truffatori d’ogni rango e casta
30-114 che dell’imbroglio furono sovrani.

30-115 Il contrappasso è giusto: è quanto basta
30-116 per tormentarli dall’interno e rende
30-117 perfetta idea di pandemia nefasta:

30-118 il falso credo è un virus che ti prende
30-119 se invece di seguir l’intuizione
30-120 la mente di capir tutto pretende.
………………………………………………………………………………….[omissis]
30-133 Guarda i falsari qui, guarda in che stato
30-134 la malattia infestante li ha ridotti!
30-135 Il contrappasso è giusto, e va pagato!

30-136 Ben pochi sono gli uomini più edotti
30-137 che san capire il senso della vita…
30-138 E tutti gli altri il morbo invade a flotti!

30-139 Maestro, una cosa l’ho capita:
30-140 ogni Corona reca le sue spine.
30-141 La vita è falsamente percepita.

30-142 “Infatti, ciò che accade ha sempre un fine
30-143 ma in pochi san comprendere l’arcano
30-144 che sfugge ai più, imbevuti di dottrine.

30-145 Ancora quattro canti, piano piano,
30-146 ci avviciniamo al punto in cui mi vedi
30-147 abbandonar la stretta della mano
30-148 in quanto avrai imparato a stare n piedi!”

Canto XXXI

31-1 Nel nono cerchio, il lago di Cocìto
31-2 ci attende con il suo richiamo sordo.
31-3 Il viaggio ancor non si può dir finito!

31-4 Le dieci bolge sono ormai un ricordo
31-5 che come potrei mai dimenticare?
31-6 Del pozzo già intravedo l’erto bordo.

31-7 Il pozzo dell’inferno ho da varcare
31-8 per scendere giù giù, sempre più in fondo,
31-9 laddove il senno inizia a vacillare.
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31-19 “Non sono torri, sono dei giganti
31-20 immersi nella roccia fino al busto,
31-21 che sembrano pinnacoli svettanti.”

31-22 Maestoso, come pianta d’alto fusto,
31-23 e ad occhio alto più di cento palmi,
31-24 quello col corno in spalla è il più robusto.

31-25 “Raphèl maý amè(c)che zabì almi”
31-26 urla al Maestro mio, che lo rimbrotta:
31-27 “Suona il tuo corno, dai, così ti calmi!
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31-103 Andiamo, che dobbiamo avvicinarci
31-104 alla Caìna, dove i rei nel ghiaccio
31-105 a faccia in giù non possono guardarci.

31-106 Ancora mi domando come faccio
31-107 a masticare tanta conoscenza.
31-108 Mi sento come lepre presa al laccio!

31-109 Un'atmosfera cupa di violenza
31-110 fa dei dannati e il ghiaccio cosa sola;
31-111 immobili, tra freddo e sofferenza.
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31-118 Chi sono costoro? “Sono i traditori
31-119 che uccisero parenti a tradimento
31-120 per soldi, convenienza o dissapori.

31-121 Adesso, con supplizio e con tormento,
31-122 dal ghiaccio solo il loro viso affiora,
31-123 sfregiato dalle lacrime d’argento.

31-124 Ma andiamo adesso, verso l’Antenòra.
31-125 Ben altri tradimenti hai da vedere;
31-126 lo so che di andar là non vedi l’ora!”
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31-142 “Ci sei vicino, mancano tre canti.
31-143 Stai comprendendo che non c’è esperire.
31-144 Che non ci sono allievi né insegnanti,
31-145 Non sei mai nato, mai potrai morire!”

Canto XXXII

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32-19 Chi sono io? Di esser ‘me’ son certo?
32-20 O sono solo un’allucinazione,
32-21 la ‘falsa nota’ persa in un Concerto?

32-22 Per quanto provi questa sensazione
32-23 di esser vivo, libero, cosciente,
32-24 sono realmente il padre di ogni azione?
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32-40 Ma il viaggio va sognato con ardore!
32-41Andiamo a visitare l’Antenòra,
32-42 laddove il ghiaccio è fonte di dolore.

32-43 “Di chi tradì la patria, è la dimora.
32-44 Paonazzo per il freddo e in su rivolto
32-45 è il loro viso, che calore implora.

32-46 Non biasimarti, ormai non sei più stolto,
32-47 seguace di una fede lusinghiera
32-48 che chiede a dio ciocché par gli sia tolto.

32-49 E a nulla può servire la preghiera
32-50 che si alza al cielo terso del mattino,
32-51 né al mezzogiorno o ai vespri della sera!
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32-61 “Più avanti capirai, la Tolomea
32-62 da pochi passi appena è separata.
32-63 Al vento non pensarci… è una tua idea!

32-64 Osserva invece qui, sulla gelata,  
32-65 dannati inermi posti in questo stallo
32-66 non volti in giù ma a pancia sollevata.

32-67 Coperto da visiera di cristallo
32-68 di lacrime ghiacciate sopra il viso,
32-69 punito viene qui del proprio fallo.

32-70 è il traditore, reo di avere ucciso
32-71 donando prima l’ospitalità
32-72 a chi la vita avrebbe poi reciso.
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32-133 “Difficile è la Via che è senza accesso,
32-134 sul cui cammino l’uomo-sogno cade
32-135 seguendo l’illusione del successo”

32-136 Due canti ancora e poi, che cosa accade?
32-137 “Nulla di cui tu possa andare fiero!
32-138 La vita ti propone mille strade:
32-139 traverse vie di un Unico Sentiero!”

Canto XXXIII

33-1 “Or prima di arrivare alla Giudecca,
33-2 dov’è sovrano il mostro del tuo ego,
33-3 laddove danna il ‘peccator che pecca’…

33-4 …Se presti orecchio a me, ora ti spiego
33-5 perché tu debba esistere vessato
33-6 da questo infame, ch’io giammai rinnego.

33-7 Da dove giunge l’ego? L’hai trovato
33-8 ad aspettarti il giorno in cui la mente          
33-9 ti ha reso un individuo separato.
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33-73 Maestro, la lezione si fa dura!
33-74 “Lo so, ma sii ottimista: mal che vada
33-75 hai visto Dio da un’altra angolatura!

33-76 Il sole in una goccia di rugiada
33-77 non è lo stesso sole che risplende
33-78 ma un suo riflesso ai bordi di una strada.

33-79 Ma se la goccia evapora, pretende
33-80 che pure il sole debba scomparire?
33-81 Tu Sei la goccia… e ciò che non comprende!
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33-151 Ma andiamo adesso, andiamo dal ‘reietto’!
33-152 Questa Commedia ormai sta per finire
33-153 ma niente è stato scritto o è stato letto!

33-154 Un canto ti separa dal lambire
33-155 la Verità che brami di vedere
33-156 ma è un desiderio che non puoi esaudire
33-157 in quanto Sei già ciò che vuoi sapere!”

Canto XXXIV

34-1” Non puoi capir, se non ci sei già stato
34-2 ma puoi pensar che a te non sia successo,
34-3 o al massimo che te lo sei inventato.

34-4 Lucifero è là al centro e non c’è accesso
34-5 né via di fuga che ti può salvare,
34-6 a men che tu non fugga da te stesso.“         
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