Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Meditazione sui concetti di "cercatore" e "cercato"


La prima cosa che dovrai intuire
è che non c'è mai stato un cercatore.
"Sto agendo, tengo in mano il mio avvenire"
è ciò che pensa l'ego, il tuo impostore.

Quando ci si riferisce a qualcosa di attinente alla sfera spirituale vengono sempre utilizzati termini che riconducono a intenzionalità, movimento e sforzo. "Evoluzione spirituale" implica un soggetto che evolve interiormente, grazie a meditazioni, pratiche esoteriche o semplice acquisizione di informazioni sull'argomento. Si parla di "percorso spirituale" laddove si intende un punto di partenza ed uno di arrivo, quest'ultimo raggiungibile solo con sforzo e dedizione costante. La "ricerca spirituale" implica invece l'esistenza di colui che ricerca al suo interno la fonte della realizzazione. Raramente si sente parlare di semplice "abbandono spirituale", forse perché il termine "abbandono" sembra stridere con la ferrea determinazione che il nostro ego mette in opera ogni qualvolta è intenzionato a conseguire un qualunque obiettivo che si è prefissato. Anche compiere una modesta pratica di meditazione può comportare sforzo e sacrificio in quanto la mente per sua natura è terribilmente attiva e costringerla ad una silenziosa quiete, per quanto temporanea possa essere, è comunque una vessazione che la mente compie verso se stessa. "Raggiungere" l'obiettivo di realizzarsi spiritualmente utilizzando la nostra spinta egoica come fonte della nostra determinazione è un percorso che difficilmente conduce al traguardo sperato in quanto il nostro ego è il padrone indiscusso di tutto ciò che nell'individuo è ambizione materiale e desiderio. Una inclinazione volta alla realizzazione spirituale non sarebbe assolutamente cosa gradita per l'ego che si troverebbe nella spiacevole situazione di dover suicidare se stesso! La maggior parte degli insegnamenti cosiddetti spirituali pongono inevitabilmente l'individuo-soggetto al centro del lavoro da compiere su "se stessi". Chi dovrebbe compiere questo lavoro, se non l'ego stesso dell'individuo? L'aspetto motivazionale indotto da un certo tipo di insegnamento riporta ancora l'uomo al centro dei benefici che possono scaturire da alcune pratiche, rafforzando dunque l'autostima ed esaltandone la personalità. La scuola Advaita insegna che il primo passo verso la realizzazione necessita di due fattori indispensabili: l'abbandono ed il dimenticarsi di se stessi, inteso come dimenticare il soggetto egoico che ricerca il soddisfacimento del proprio desiderio di spiritualità. L'Illuminazione non è un processo che può concretizzarsi nell'organismo corpo-mente solo a seguito di egoica determinazione, sforzo, sacrificio e costanza. Se alla base di tutto non esiste una predisposizione, ovvero, in altri termini, una programmazione interiore dell'individuo che ne preveda l'evoluzione, qualunque obiettivo spirituale non sarà assolutamente raggiungibile. Abbandonarsi necessita di annichilire se stessi, la propria parte egoica, affidandosi integralmente nelle mani di Colui che si brama raggiungere. Dimenticarsi significa trovare la nostra giusta collocazione nell'universo fenomenico manifesto, senza più ritenersi l'agente di ogni nostra azione volitiva volta alla conquista di un obiettivo, per quanto nobile possa essere ritenuto.