Le Assurdità di Essere - Personaggi e Interpreti
Personaggi e Interpreti
Cappellino di lana rigorosamente nero; tuta
da ginnastica attillatissima, pure quella nera; scarpette da corsa giallo
fluorescente: sembrava un novello Filippide, se non fosse stato per
quell’addome così prominente che quasi gli impediva di guardarsi le punte dei
piedi.
Aveva corso a malapena per duecento metri
ma le persone che lo incrociavano lungo la pista ciclabile invidiavano la sua
falcata possente, perché non potevano sapere che duecento metri era la distanza
massima che riusciva a coprire di corsa, prima che il fiato corto lo obbligasse
a fare una sosta.
Giovanotti muscolosi mostravano le loro
capacità atletiche alternandosi agli attrezzi ginnici collocati nell’area
attrezzata lungo il fiume. Lui preferì andare a bere alla fontanella e
sdraiarsi a pancia in su sulla panchina di marmo, respirando affannosamente.
«Scusi, posso sedermi?»
«Ma certo signora, le faccio posto.»
Si tirò su controvoglia. Con tutte le panchine vuote che ci
sono, pensò, proprio qui vuole venire a sedersi questa rompiscatole?
La “rompiscatole” era una signora anziana che stava portando
a spasso il suo cane: uno di quei barboncini toy tanto carini quanto
suscettibili; di quelli che ti abbaiano appena ti vedono e se gli capiti a portata
di denti ti mordono pure.
«Arpione! Non dare fastidio al signore, non
vedi com’è stanco, poveretto?»
Stanca e poveretta sarà lei, pensò sempre più indispettito,
stavo solo rilassandomi, prima che arrivasse a rompere!
«Ma no signora, lo lasci pure abbaiare.
L’importante è che non
morda! Perché l’ha chiamato Arpione? Non è un nome tipico da
cane.»
«Ah, Arpione è il nome che gli ha messo il
mio nipotino: appena lo vide la prima volta gli si arpionò con i denti a una
gamba e non lo voleva mollare! Per questo ha quel nome.»
«Ma che simpatica bestiola: affettuosa, mite!»
«Permetta che mi presenti: io sono Rita
Selce, abito qui vicino e ogni giorno faccio fare la passeggiatina al mio
Arpione.»
«Io sono Giulio, piacere.»
«Giulio… e basta?»
«Per il momento si, Giulio e basta!»
«Lei è arrivato di corsa da quella
direzione, giusto?»
«Certo signora, ho seguito il corso del
fiume scendendo verso valle, perché me lo chiede?»
«Oh niente, mi domandavo se per caso non
avesse incontrato Sandro Masina…»
«Sandro Masina… e basta?»...