Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Le Assurdità di Essere - Lo Specchio



 



“Le Assurdità di Essere” è una raccolta di racconti la cui pubblicazione è prevista nel corso del 2022. 

Lo Specchio

 

Sabato 18 dicembre: solo sette giorni a Natale. In quel pomeriggio di cielo coperto e temperature ancora miti con l’inverno ormai alle porte, Shirley passeggiava per le vie del centro in cerca di ispirazione per acquistare gli ultimi regali. La freschezza dei suoi venticinque anni era appassita da un recente passato di delusioni sentimentali: le stesse vicissitudini amorose che pochi anni prima l’avevano spinta ad abbandonare frettolosamente l’amata Scozia per stabilirsi in Italia. Ora viveva sola, in un piccolo appartamento a ridosso del centro storico di quella tranquilla cittadina. Dopo la separazione aveva ripreso il suo lavoro di insegnante yoga, appoggiandosi presso una palestra di periferia alla quale doveva parte dei suoi guadagni in cambio di una piccola saletta.

Le luminarie natalizie si rincorrevano tra strade e piazze con giochi di luci intermittenti. I negozi adorni di addobbi e alberi di Natale. Come in tutti i weekend del periodo natalizio, anche quel giorno la piazzetta principale ospitava il mercatino con bancarelle d’ogni genere. Era lì che Shirley era diretta, sperando di trovarvi quell’ultimo regalo da acquistare: quello che inevitabilmente non vuole mai essere trovato.

In quello che gli organizzatori si ostinano a promuovere come “mercatino dell’antiquariato”, Shirley si fermò davanti a un banco stracolmo di chincaglierie: veri e propri avanzi di soffitta raccattati chissà dove e messi in mostra così, alla rinfusa. Tra vecchie tazzine sbreccate, orologi fermi da secoli e automobiline arrugginite, la sua attenzione fu attratta da un piccolo specchio basculante da toilette, in stile liberty, con la base realizzata in pietra di alabastro azzurro.

«Quanto costa?», domandò alla signora infreddolita che inseguiva con lo sguardo ogni passante.

«Quello? Aspetta… mah, sinceramente non ricordavo neppure di averlo. Quanto mi vuoi offrire?»

«Quindici euro?»

«Dai, facciamo venti… è Natale!»

«Diciotto e affare fatto?»

«Vada per diciotto!»

Shirley prese in mano lo specchio e istintivamente le venne di provare a ruotare l’ovale verso il basso. Voleva vedere se sul retro era presente un secondo specchio, magari di quelli che ingrandiscono l’immagine. La signora del banco le bloccò improvvisamente le mani, cacciando quasi un urlo.

«No! Ferma, per carità! Così lo rompi! Non vedi che qui in alto, sull’ovale, c’è questa piccola coroncina dorata in rilievo? Se ruoti tutto lo specchio verso il basso fai forza e rischi di romperla. Se vuoi utilizzare l’altro lato dello specchio, devi ruotare la base di centottanta gradi, così!»

Stupita per quella reazione così inaspettatamente violenta, Shirley porse i soldi alla donna e questa, senza più dire una parola, le incartò lo specchio in un foglio di giornale e lo ripose dentro una busta di plastica.

 

E adesso questo specchio a chi lo regalo? Pensò Shirley sbirciando dentro la busta. Non era ciò che stavo cercando. Perché mai l’ho comprato? Vabbè, lo terrò io, sulla mia toilette. In fondo è carino!

Riprese a camminare per le vie, sbirciando qua e là in cerca di qualche oggetto che richiamasse la sua attenzione. Dopo poche decine di metri Shirley si trovò a oltrepassare distrattamente la vetrina di una profumeria quando con la coda dell’occhio le parve di intravedere sul ripiano di cristallo un oggetto conosciuto.

Quello è uno specchio perfettamente identico al mio!

Tornò immediatamente sui suoi passi ma nel giro di pochissimi secondi nella vetrina non c’era più alcuna traccia dello specchio che aveva appena intravisto di sfuggita. Il commesso stava proprio in quel momento riponendovi alcune bottiglie di profumo. Shirley entrò.

«Buongiorno, sarei interessata allo specchio che ha appena tolto dalla vetrina.»

Il commesso la guardò stupito.

«Buongiorno a lei, ma… io veramente non ho tolto dalla vetrina nessuno specchio, stavo solo mettendo a posto questi profumi.»

«Come…», insisté Shirley, «l’ho appena visto, passando da qui fuori.»...