Le Assurdità di Essere - L'Accalappiacani
L'Accalappiacani
“Primo Soccorso Animali”. La scritta bianca
campeggiava sullo sfondo nero punteggiato di ruggine del vecchio furgone, fermo
nella piccola piazza del paese. Nonostante le parole rassicuranti, era
sufficiente gettare un’occhiata dal portellone posteriore per capire che le
numerose gabbie integrate all’interno avevano l’unico scopo di custodire in
condizioni di sicurezza i cani randagi catturati. Se non fosse stato per il
frustone che teneva appoggiato sulla spalla, quell’uomo con la divisa lisa dal
tempo poteva essere scambiato per un comune netturbino.
Era la prima volta che giungeva in paese.
Nessuno lo aveva visto arrivare e i pochi passanti continuavano a scrutarsi
l’un l’altro con occhiate nascoste, quasi a domandarsi reciprocamente chi
avesse mai richiesto il suo intervento. In paese non si erano mai visti vagare
cani randagi e quella presenza sembrava presagire il verificarsi di avvenimenti
mai accaduti prima, dei quali se ne sarebbe sicuramente parlato a lungo
all’interno dei bar.
«Qui non ci sono mai stati cani randagi.»,
urlò un passante facendosi coraggio. L’uomo in divisa parve non sentirlo, tanto
era intento a scrutare ogni angolo delle piccole viuzze.
Una piccola folla si era radunata
spontaneamente presso il furgone. Fingendosi intento in un banale
chiacchiericcio tra amici, nessuno dei presenti voleva perdersi con la coda
dell’occhio i movimenti dell’accalappiacani, che tuttavia di lì a breve
scomparve alla vista di tutti dietro l’angolo di una strada laterale.
Superato il primo attimo di smarrimento,
come onde di foglie mosse da improvvise folate di vento tutti i paesani si
spostarono verso l’angolo della piazza, cercando con sguardi smarriti di localizzare
l’uomo. Un guaito di lamento misto a terrore li fece però indietreggiare.
«Un cane? Ha appena catturato un cane?»
«A quanto pare… allora i cani randagi sono
anche qui?»
Giusto il tempo di tornare nuovamente verso
il furgone che l’accalappiacani sbucò da dietro una casa trascinando a viva
forza un cane di mezza taglia, sicuramente un meticcio, che tutti erano pronti
a giurare di non aver mai visto in paese.
L’accalappiacani ignorò il piccolo pubblico
che si era radunato nella piazza e con passo sicuro trascinò la povera bestiola
fino al furgone, istigandola a entrare nella gabbia. Ormai rassegnato, il cane
non oppose particolare resistenza e senza neppure guaire si lasciò mestamente
rinchiudere dietro le sbarre.
«Visto come si fa? Ci so fare io, con queste
bestiacce! Non osano neppure tentare di mordermi!»
La voce roca ma possente dell’uomo sembrava
voler sovrastare il senso di disagio che stava montando intorno a quell’azione
appena compiuta, da tutti ritenuta riprorevole.
«E non è l’unico!», tuonò con voce ancor
più sordida. «Bello spettacolo eh? Aspettate e vedrete!»...