Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Le Assurdità di Essere - Il Sabato



 



“Le Assurdità di Essere” è una raccolta di racconti la cui pubblicazione è prevista nel corso del 2022. 

Il Sabato

 

Chiuse dietro di sé la porta di casa gettando le chiavi sul mobiletto dell’ingresso.

«Finalmente è venerdì.», pensò Martina a voce alta, felice di avere davanti a sé due giornate di stacco dal lavoro.

Stasera sono troppo stanca per uscire ma domani voglio trascorrere tutta la giornata in giro per negozi, prima di andare alla conferenza.

Gioia, la sua amica, non tardò a telefonargli.

«Pronto Martina, sei già a casa? A che ora ci vediamo domani?»

«Ciao, sono appena rientrata. A che ora è la conferenza?»

«Alle ventuno. Passo a prenderti io o ci troviamo là?»

«No, passa pure te verso le venti e trenta, vedrò di farmi trovare pronta!»

«Va bene, a domani. Buon sabato!»

«Grazie, anche a te. A domani.»

Gioia era appassionata di esoterismo e, chissà come, era riuscita a convincere Martina ad assistere alla conferenza della sera successiva. Sarebbero andate ad ascoltare un esperto del settore che aveva organizzato un tour di conferenze in giro per l’Italia.

Mah! Pensò Martina, speriamo di non annoiarmi troppo. Certo che avrei preferito trascorrere il sabato sera in un modo diverso ma Gioia ha insistito tanto che non potevo dirle di no!

 

L’indomani, Martina mise in atto il suo programma: shopping sfrenato tra i negozi stracolmi di strenne natalizie luccicanti e pranzo rigorosamente con panino al volo. Quando rientrò a casa verso sera, era distrutta dalla stanchezza ma felice di aver trascorso un pomeriggio così, come aveva desiderato.

Ora una doccina, si disse, cena veloce e poi con Gioia ad ascoltare cosa avrà da dirci quel santone! Spero di non addormentarmi per la stanchezza!

 

Il campanello suonò alle venti e trenta in punto.

«Sono pronta, scendo.», disse Martina al citofono, senza neppure chiedere chi è.

Gioia aveva sempre il terrore di arrivare tardi. Quando era in auto con lei, Martina rimaneva per tutto il tragitto impietrita, con la mano attaccata alla cintura di sicurezza e maledicendo la guida spericolata dell’amica.

«Puoi andare un po’ più piano, Gioia? Ho tutta la cena che mi balla nello stomaco! Tanto siamo in perfetto orario.»

Martina non fece a tempo a finire la frase che urlò terrorizzata:

«Attenta!»

Gioia frenò istintivamente ma non vedendo alcun pericolo si voltò verso l’amica.

«Ma cosa ti è preso? Mi hai fatto paura!»

«Accidenti, Gioia, ma non hai visto che stavi quasi per investire quell’uomo?»

«Uomo? Quale uomo? Io non ho visto nessuno!»

«Ma come… non hai visto quell’uomo con il piumino rosso che è sceso all’improvviso dal marciapiede? Ti ci vuole un paio di occhiali allora!»

«Ti giuro che non ho visto nessuno! Comunque dai, stai tranquilla, non è successo niente. Siamo quasi arrivate!»...