Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Le Assurdità di Essere - Il Ritorno



 



“Le Assurdità di Essere” è una raccolta di racconti la cui pubblicazione è prevista nel corso del 2022. 

Il Ritorno

 

Apparve in lontananza, come uscito dal nulla, laddove il sentiero colmava la salita uscendo dall’abetaia per proseguire in un falsopiano incastonato di betulle e cespugli di erica e pungitopo. Aveva piovuto copiosamente per tutto il giorno precedente e lenti rivoli d’acqua diretti a valle scorrevano sotto i suoi passi. Il sentiero ora gli si apriva davanti, incorniciato da un lungo filare di cipressi, fino a curvare in discesa verso destra e raggiungere un laghetto d’acqua piovana stagnante. Anatre e nutrie in cerca di calore sostavano indifferenti sui tronchi secchi che emergevano dall’acqua.

L’inverno era ormai prossimo. Basso sull’orizzonte, il sole stagliava sul sentiero le ombre allungate dei cipressi mentre irruente folate di vento gelido sferzavano le acque del laghetto, increspandole.

Raggiunse il cancello che delimitava la fine del sentiero e l’inizio della strada asfaltata. Un’auto ricoperta di polvere e foglie secche stava parcheggiata a ridosso della siepe da chissà quanto tempo. Si frugò in tasca e vi trovò un mazzo di chiavi. Il motore tossì alcune volte prima di entrare in moto.

 

Walter era tornato!

 

Il centro commerciale distava solo alcuni chilometri. Walter imboccò la tangenziale in direzione sud e in pochi minuti lo raggiunse. Parcheggiò sul retro, lontano da occhi indiscreti. Entrò dal corridoio di servizio riservato al personale, fermandosi davanti a una porta in ferro: “Vietato l’accesso”. Inserì il codice numerico e la serratura a combinazione della porta si sbloccò. Due uomini in divisa stavano seduti nella penombra intorno a un piccolo tavolino.

«Bentornato Walter», esclamò uno di loro porgendogli una busta gialla, « è lei.»

«Nome?»

«Melissa.»

«Avete un accendino?», domandò ancora Walter.

L’altro uomo gli porse una scatola di fiammiferi. Walter osservò per qualche secondo la foto contenuta nella busta e quindi la incendiò, lasciando che il fuoco la distruggesse completamente.

«Dove la trovo?»

«Alla fermata del bus, vicino alla rotonda della grande quercia.»

«Quando?»

«Prende sempre l’autobus delle 19,45, direzione centro città.»

Senza aggiungere una parola, Walter uscì dalla piccola stanza e si incamminò verso i negozi...