Le Assurdità di Essere - Il Portafortuna
Il Portafortuna
Erano trascorse le 13 da qualche minuto. Il
tavolo di cucina era già apparecchiato e il pranzo pronto.
Carlo attendeva solo che la moglie
rientrasse dal lavoro per pranzare insieme. Oggi è in ritardo, pensò, troverà
tutto freddo!
Il campanello suonò due volte.
Eccola, suona sempre! Mai una volta che
rientri a casa utilizzando le chiavi!
Rispose al citofono, convinto di sentire la
voce della moglie.
«Si?»
«Il corriere… le lascio un pacco qui
nell’ingresso.»
Carlo prese con sé le chiavi di casa e
scese le scale, trovando vicino alla porta del palazzo il pacco che stava
aspettando.
Deve essere per forza il soprammobile che
ho ordinato on line. Non aspetto altre cose.
Tornato in casa, iniziò ad aprire con
delicatezza la scatola, conoscendo già la fragilità del contenuto.
L’imballo era sproporzionato rispetto a
quelle che dovevano essere le dimensioni del soprammobile. Sicuramente chi
l’aveva confezionato aveva fatto un ottimo lavoro di imbottitura per prevenire
danneggiamenti durante il trasporto. A furia di scartare, ben presto il
pavimento si ricoprì di fogli di nylon e trucioli di polistirolo. Finalmente
Carlo riuscì a liberare quell’oggetto del quale si era immediatamente
innamorato solo vedendo una foto su Internet.
In foto sembrava più grande, osservò, ma è
proprio quello che ho ordinato. Prese tra le mani quel piccolo specchietto da
comò di antiquariato e appoggiandolo sulla scrivania cominciò a verificarne
l’integrità.
Tutto a posto, per fortuna! Adesso sarò
meglio che tolga un po’ di questa robaccia dal pavimento.
Stava raccogliendo tutti gli imballi per
gettarli nel sacco della plastica quando notò un pezzo di carta. Questo non va
gettato insieme alla plastica, si disse. Guardando meglio si accorse che si
trattava di una busta. L’aprì e all’interno trovò un biglietto scritto a mano
con un pennarello nero, tutto in lettere maiuscole, e un piccolo oggetto
marrone...