Le Assurdità di Essere - Il Mendicante
Il Mendicante
Sedeva sempre sulla solita panchina, ai
giardinetti della piazza del mercato. Se la panchina era vuota, potevi essere
certo di incontrarlo a mendicare nelle vicinanze, per le vie del centro. Era un
soggetto mite: mai una volta era stato visto ubriaco. Ti si avvicinava con la
mano tesa bisbigliandoti qualcosa nella sua lingua; qualcosa che non riuscivi a
comprendere ma che potevi intuire dal modo in cui ti guardava. Se gli porgevi
una moneta si prostrava ai tuoi piedi in segno di gratitudine, fin quasi a
metterti in imbarazzo. In città ormai tutti lo avevano incontrato almeno una
volta anche se in pochi avevano provato a rivolgergli la parola. Sembrava
conoscere solo la sua lingua madre. Cliente abituale della mensa dei poveri, si
presentava puntualmente ogni giorno all’appuntamento con i pasti quotidiani, vestito
degli indumenti lisi che qualcuno gli aveva donato.
Anche Franco frequentava spesso il centro.
Abitando nelle vicinanze era sua abitudine passeggiare per le strette viuzze
nelle ore più morte della giornata, quando i negozi erano serrati e di passanti
se ne incrociava appena uno ogni tanto. Vedeva quasi ogni giorno il mendicante seduto
sulla panchina: a volte intento a frugare nell’inseparabile sacchetto di
plastica; a volte a naso all’insù assorto a osservare le fronde degli alberi
che ondeggiavano sopra la sua testa. Quel giorno, un giorno qualunque, decise
senza un motivo di sedergli accanto...