Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Il blog spirituale sulla meditazione a chi può essere utile?

 Il blog spirituale sulla meditazione a chi può essere utile?


Se desideri arricchirti mentalmente o spiritualmente; se ricerchi il benessere psicofisico interiore imparando a meditare; se vuoi imparare le tecniche di meditazione per impiegare utilmente i tuoi momenti liberi o per rilassare il corpo e la mente prima di andare a dormire; se attraverso la meditazione desideri raggiungere la consapevolezza e una piena e costante presenza mentale, acquisendo un maggiore benessere riducendo ansia e stress imparando a controllare il respiro…


Se cerchi tutto questo mi sa tanto che sei capitato nella pagina sbagliata! Mi dispiace dirtelo ma i contenuti di questo blog non potranno mai essere utili a nessuno, tantomeno a “te”!


Lo so, di solito si crea un blog per un motivo specifico, per comunicare qualcosa o per vendere un prodotto od un servizio. Questo blog, invece, è perfettamente inutile, quindi mettiti l’animo in pace: qui non troverai nulla che possa servirti! Anche se parla di meditazione e spiritualità, in questo blog non c’è nulla che ti possa arricchire. Infatti, nulla di quanto leggerai è stato scritto per “te” né per il tuo interesse…


Ma allora, per quale motivo avrei creato questo blog che parla di Meditazione & Spiritualità?


Permettimi, stai prendendo un grande abbaglio!

Nessuno ha mai creato questo blog. Sei tu che lo stai vedendo scorrere sullo schermo del tuo computer! “Io” non ho creato un bel niente, non ho fatto assolutamente nulla! questo blog esiste solo nella tua mente… Perché vuoi dare la colpa a me, che tra l’altro neppure esisto?

Cosa stai dicendo? Stai affermando che “io” sono pazzo a scrivere queste cose? Ma “io” chi? Qui non ci sei che tu! Perché vuoi incolpare al posto tuo un fantasma frutto della tua immaginazione? La responsabilità di tutto è solo tua! Sei tu che hai creato questo blog; sei tu che hai scritto migliaia di aforismi; sei tu quel folle che si è messo in testa (peraltro riuscendoci egregiamente, complimenti!) di riscrivere ex novo tutti i 34 canti dell’Inferno della Divina Commedia, per giunta mantenendo la stessa metrica di terzine in rima! Ed ora vuoi incolpare me? Ma guarda che tipo!


Visto che ti ostini a fare finta di non capire vediamo di ricapitolare: “io” non sono, non esisto se non nella tua mente (un po’ confusa, aggiungerei…) e tu? “Tu” esisti? E se si dove è che esisti? Forse esisti nella mente di un “lui” che ti sta vedendo od ascoltando come tu vedi e ascolti me? Ma sei certo che questo “lui” esista realmente e non sia un altro “io” come me, frutto anch’egli della tua contorta fantasia? Possibile davvero che non esisti altro che te? Te lo sei mai domandato? Se sei così convinto che oltre a te esistiamo anche “io” e “lui”, insieme a molti altri ancora, ti prego di fare un sforzo per dimostrarmelo, perché io sono duro di comprensione e ancora non ci credo!


No, non ti sto prendendo in giro! E poi, non esistendo “io”, al massimo puoi essere tu a prendere in giro te stesso, inventandomi! Allora? Come puoi dimostrarmi che come te anche “io” e lui esistiamo? Ah, dici che mi stai vedendo? Che mi puoi ascoltare e toccare con mano? Ok, risposta plausibile ma… se mentre stai dormendo profondamente “io” entro nella tua stanza, ti tocco, ti parlo… Tu sei altrettanto in grado al mattino di affermare di avermi visto e udito? Credo di no… Ma che strana questa cosa! E sai perché accade? Perché durante il sonno profondo tu non ci sei. Diventi come me: un fantasma! I tuoi sensi sono “spenti”, disattivati, e non riescono più a percepire le molte cose che possono accadere intorno a te, mentre tu dormi serenamente nel tuo letto. Eppure tu ci sei! Sei lì, seppure addormentato, ma ci sei! Ma allora cosa è che ti permette di vedermi, sentirmi, toccarmi quando sei sveglio ed invece ti impedisce di farlo mentre stai dormendo? “Nel sonno non sono cosciente”, mi rispondi. Giusto, penso io, ma subito ti domando: “chi” non è cosciente nel sonno? “Io”, rispondi prontamente tu. “Io chi?”, ti incalzo senza pietà (eheheh) e tu rispondi: “io io, me stesso, me medesimo… Insomma, io sono io, punto e basta!” 


Ok ok, non voglio farti arrabbiare! Ma come sei suscettibile però! Basta domandarti “chi sei tu?” e subito ti arrabbi come una bestia! Che caratterino che hai! Ma andiamo avanti…


Mentre dormi i tuoi sensi sono spenti (quasi del tutto… se viene un forte terremoto ti svegli eccome!). Invece mentre sei desto i tuoi sensi sono “accesi”, a meno che tu non sia ubriaco fradicio (ricordami più tardi di questo fatto, è molto interessante da analizzare!). Dunque in te esiste un interruttore ON/OFF che spegne e accende i tuoi cinque sensi, permettendo alle percezioni ricevute di raggiungere o meno il tuo cervello. Quindi non sei “tu” a percepire bensì sono in primis i tuoi sensi e poi il cervello! Ma “tu” allora dove sei? Sei il tuo cervello? Fermo lì, per carità! Non arrabbiarti di nuovo! La mia era solo una domanda! Ah, mi rispondi che sei la mente! Sei proprio sicuro di essere la tua mente? E mentre dormi la tua mente dove va? Sparisce nel nulla? Che mente strana la tua! No, così non regge! Ci deve essere un’altra spiegazione, magari molto più semplice! Prova a pensare meglio a “chi sei tu” che poi magari ne riparliamo!


Ma torniamo al blog…


Stavamo dicendo che questo blog non è rivolto a “te” né a nessun altro. Al di là del fatto che il blog esista o meno (ne abbiamo già parlato prima, ricordi?), cosa contiene (o cosa conterrebbe..) il blog? Principalmente aforismi, aforismi e poesie, tutti rigorosamente in rima.

Mai visto un blog composto di aforismi e poesie in rima - penserai - sembra roba da scolaretti! Di solito i blog sono un contenitore vulcanico di idee, di concetti… Rispecchiano fedelmente il desiderio del blogger di trasmettere quanti più concetti possibili, la sua voglia di dire al mondo cosa ne pensa lui su qualsiasi argomento, magari anche suggerendo cosa dovrebbero pensare gli altri. Il blog, insomma, è lo specchio del pensiero del blogger. Deve farsi capire, notare. Per questo usa un linguaggio molto accattivante, ricco di enfasi e di frasi fatte che, come si sa, funzionano sempre. Un blogger “normale” che parla di meditazione, ad esempio, cosa potrebbe dirti? Ti suggerirebbe di utilizzare il suo metodo di meditazione, perché è quello con il quale “lui” ha ottenuto più successi e più riscontri positivi di benessere, salute e felicità. Ti consiglierebbe di iscriverti ad un corso on line, magari tenuto (ma guarda un po’ il caso!) proprio dal blogger stesso, oppure ti inviterebbe nella sua palestra… Insomma, il blog sulla meditazione sarebbe sicuramente un valido aiuto per supportare il principiante alle prime armi, anche se leggendo tra le righe questo aiuto non sarebbe poi elargito così tanto disinteressatamente!

Ma… A chi si rivolgerebbe questo ipotetico blog sulla meditazione? Si rivolgerebbe a “te”, a quel “te” che ho poc’anzi affermato non esistere. Si rivolgerebbe alla “tua” mente, al tuo essere una “persona” come tante che ha bisogno di nuove esperienze, che magari aiutino a rilassarsi, ad alleviare un po’ dello stress accumulato durante questo quotidiano vivere frenetico.


Questo blog utilizza invece la poesia quale principale mezzo di comunicazione. Ma guarda che strano! Sarà forse masochismo volto a far sì che chiunque cada per sbaglio su queste pagine fugga immediatamente via esclamando: “Ma che roba è questa?”. Proviamo ad approfondire un poco…


Dunque, chi sei?


Dicevamo prima che ancora non si è capito bene se tu sia il tuo corpo, il tuo cervello, la tua mente o chissà cos’altro ancora. Sicuramente “sai di essere” in quanto hai capacità senzienti e cognitive che ti permettono di rilevare te stesso all’interno di uno spazio mentre compi azioni la cui durata si misura nel tempo. Questo è ciò che percepisci, si, ma chi è colui che percepisce tutto ciò? Qual è quella “cosa” misteriosa che ti permette di percepire te stesso e di poter affermare “io sono”? Non sforzarti, te lo dico io: quella “cosa” non ha nulla di materiale, non è il tuo corpo (che ospita semplicemente gli strumenti sensoriali che permettono la percezione), non è il tuo cervello (che è solo un computer che elabora ed interpreta i dati provenienti dall’apparato sensoriale e dal resto dell’organismo) e non è neppure la mente, ovvero quello strano strumento privo di massa che come un software complicato raccoglie, elabora, analizza ed immagazzina tutto ciò che proviene dall’esterno, permettendo al cervello di “agire” compiendo degli output sulla base degli input ricevuti dall’apparato sensoriale corpo-mente. In pratica, tutto ciò che pensi di essere è semplicemente una “macchina”, una stupenda e sublime macchina composta da miliardi di cellule aggregate in modo perfetto, ciascuna avente funzioni diverse ma operanti in meravigliosa simbiosi con tutto l’apparato psicosomatico.


Introduciamo allora un nuovo termine, anch’esso immateriale e impalpabile quasi come lo è la mente: parliamo di coscienza (con la c minuscola però!). La coscienza è la cosa che più si avvicina a ciò che realmente sei, ma di questo termine viene fatto un uso talmente abusato che forse è meglio fare un poco di chiarezza. Con il termine coscienza viene a volte indicato un modo di comportarsi della persona che la possiede: agire con coscienza, aver la coscienza sporca, fare un esame di coscienza, essere coscienziosi oppure incoscienti, eccetera eccetera. Questa “coscienza” non è altro che sinonimo di “personalità”. Se affermassimo che noi siamo “coscienza”, non saremmo molto lontani dal vero, ma solo se guardiamo noi stessi da un punto di vista materiale e fenomenico. In effetti, noi siamo la nostra personalità, ovvero ciò che è il derivato di quel frullato di concetti, condizionamenti, abitudini ed usanze che ci siamo creati fin da poco dopo la nascita fisica, ovvero già da quando avevamo un paio d’anni. La personalità è il modo con cui reagiamo ad un evento, è il modo con cui ci rapportiamo con gli altri; è in pratica il nostro modello comportamentale che, volenti o nolenti, ci siamo forgiati più o meno da soli ma anche grazie a tutte quelle menate che ci hanno insegnato gli altri (scuola, parenti, amici ecc.). Essere riusciti a definirsi “personalità” è già un primo piccolo traguardo ma non è molto gratificante pensare che siamo e pensiamo così solo perché siamo nati in Europa e non in Africa, perché i nostri genitori ci hanno impartito una fede basata sul cattolicesimo anziché sull’induismo, perché siamo nati e vissuti in un ricco quartiere benestante anziché in un povero sobborgo di periferia. Dunque ciò che siamo è solo frutto del caso? Siamo solo ciò che siamo diventati strada facendo oppure esiste anche un’indole alla quale possiamo appellarci per non dover ammettere che “io sono io” così come sono solo per mera coincidenza?


Se vogliamo ammettere di essere qualcosa di diverso da un agglomerato di cellule che rispondono ad una mente che già dai primi anni di vita è stata condizionata a pensare in un certo modo anziché in un altro, occorre introdurre un nuovo termine: Coscienza, ma stavolta con la C maiuscola!


Ecco, finalmente posso dirti che tutto ciò che è scritto in questo blog non è rivolto a “te”, coscienza con la c minuscola, bensì a “Te”, Coscienza con la C maiuscola. Ma cosa potrebbe essere mai questa Coscienza? Qualcuno l’ha mai vista o sentita parlare?


Arriviamo subito al dunque ma non prima di aver fatto una importante permessa. Mentre il corpo, i sensi, il cervello, la mente e la coscienza (con la c minuscola) sono peculiari ad ogni organismo psicosomatico, altrimenti definibile come “essere umano”, la Coscienza (con la C maiuscola) è un qualcosa di diverso… diciamo che non è personale bensì “pubblica”, ovvero è un qualcosa che viene “condiviso” simultaneamente da tutti gli esseri viventi (umani e non), da tutto ciò che non è vivente (ad esempio una pietra) e da tutto ciò che impalpabilmente circonda esseri senzienti e non, come ad esempio lo spazio ed il tempo che pervadono l’universo fisico.

Questa Coscienza non nasce con l’individuo, né tantomeno muore con esso. Per fare un esempio banale, diciamo che questa Coscienza è un po come l’aria che respiriamo: è di tutti ma non è di nessuno. Una piccolissima parte di Coscienza è all’interno di ciascuno di noi ma soprattutto, pur essendo invisibile ed impalpabile, è indispensabile per mantenerci in vita grazie all’energia vitale che infonde. Senza aria diverremmo inutili cadaveri in pochi minuti, così come senza l’alito vitale della Coscienza saremmo… diciamo che non saremmo affatto! Chiudiamola qui, almeno per ora!

Molte Scuole affermano che la Coscienza è una singolarità presente in ciascun individuo. Ognuno ha la sua. Qualcuno la chiama “anima”, cercando di darle una connotazione il più possibile soggettiva. Altri invece, come la Scuola Advaita alla quale si ispira questo blog, affermano che la Coscienza è Unica, Universale e soprattutto Impersonale e non Consapevole di Se Stessa, così come l’aria è impersonale fino a quando non diventa l’aria che stai respirando tu, pur tuttavia l’aria non è “cosciente” di essere respirata da te.


Complicato? Forse! Ma bisogna pure cercare di sforzarsi un pochino le meningi se si vuole arrivare a capire qualcosa di più di noi stessi!


Dunque, tornando per l’ennesima volta al blog...


Queste poesie, queste rime, questi aforismi, questa armonia e musicalità che scaturiscono da queste manciate di parole dal significato talvolta incomprensibile per l’intelletto, sono rivolte non a “te” bensì alla Coscienza (nota bene: non ho detto alla “tua” Coscienza!). È lei la protagonista di questo blog: è lei che lo scrive (per tramite di un organismo psicofisico, ovvero del blogger) ed è pure lei la destinataria di tutti gli insegnamenti che possono emergere da queste parole. In pratica, è sempre la Coscienza che parla alla Coscienza. Chiaro no?

Il corpo, i sensi, il cervello, la mente, la coscienza (c minuscola!) altrimenti detta “personalità” o “ego”, non possono (e soprattutto non devono) comprendere che solo una minima parte di quanto è destinato alla Coscienza perché altrimenti farebbero sì che il significato di queste parole venisse storpiato, per paura di perdere il potere che esercitano sull’organismo psicosomatico cui appartengono. “Mente & Company” possono arrivare a capire solo l’aspetto superficiale delle parole lette in quanto non possiedono una qualità che solo la Coscienza possiede: l’intuizione!


Scrivere esclusivamente per la Coscienza significa dunque schermare la Conoscenza (anche qui C maiuscola!) limitandone la comprensione solo a ciò che è in grado di comprendere profondamente tramite l’intuizione, ovvero la Coscienza stessa. Così facendo, sia la mente che la personalità non sono in grado di cogliere il “pericolo” che minaccia la loro incolumità, pericolo che è intrinseco agli insegnamenti impartiti dalla Coscienza alla Coscienza. Il messaggio, ritenuto dalla mente-ego innocuo o incomprensibile, viene dunque lasciato passare indenne, senza opporre filtri o resistenza. È un po’ come quando si ascolta un particolare tipo di musica classica: ci sentiamo sereni, rilassati, felici con noi stessi ma non riusciamo a capire il motivo per cui quell’insieme di note musicali, suonate in una certa maniera e ad un certo ritmo, riescano ad infonderci tanta beatitudine. La mente non percepisce alcun pericolo e dunque lascia passare indenne il messaggio musicale diretto alla Coscienza, che invece riesce ad interpretarlo profondamente grazie all’ intuizione.


Ma dove sei sparito???


Non riesco più a trovarti, visto che sembra che tu non sei nulla di ciò che credevi di essere! Giunti a questo punto sarebbe facile dedurre che “tu” non sei il corpo, non sei gli organi sensoriali, non sei il cervello, non sei la mente, non sei neppure la personalità ed infine non sei nemmeno la coscienza (c minuscola!) ma sei… Coscienza! Unica, Indivisibile, Impersonale Coscienza! Finalmente ci siamo arrivati? Manco per idea! Il fatto è che... “tu” non sei la Coscienza, ma è la Coscienza che è te! C’è da aggrovigliarsi il cervello, vero? Vediamo di fare ulteriore chiarezza, che forse prima o poi ci arriveremo a capire chi sei!


Proviamo a fare un esempio banale, con una calamita e della limatura di ferro. Se rovesci su un tavolo della limatura di ferro, questa si sparpaglia in modo casuale e non uniforme su tutta la superficie. Può essere mossa dal vento, da un soffio, da una vibrazione, ma una volta cessata la sollecitazione meccanica rimane comunque ferma, immobile, nella posizione in cui si trova. Se però avvicini una calamita alla limatura di ferro, questa verrà attratta dal campo magnetico prodotto e si attaccherà alla calamita. Se sposti la calamita, la limatura di ferro vi rimarrà attaccata e la seguirà ovunque. Se invece di una calamita permanente tu utilizzassi un elettromagnete, il campo magnetico si genererebbe solo quando fai passare la corrente nella bobina, attraendo la limatura, e questa attrazione cesserebbe nel momento in cui interrompi il passaggio della corrente.

 

Hai capito dove voglio andare a parare? Ancora no? Te lo spiego io…


La Coscienza agisce come un magnete: la sua energia vitale attrae e raggruppa ordinatamente gli atomi di materia che vagano casualmente nell’universo circostante fino a formare un organismo corpo-mente, che con il tempo accresce ed una volta raggiunto il suo sviluppo può iniziare a muoversi, agire ed addirittura a pensare. Questo processo rimane attivo fino a quando persiste il campo di energia vitale generato dalla Coscienza. Allorché questo campo cessa di influenzare la materia mantenendola ordinata, l’organismo psicofisico perde il “collante” che lo teneva unito e dunque torna a disgregarsi in modo casuale. Con parole estremamente semplici, se non addirittura banali, con questo esempio sto provando a spiegarti i principi di nascita e morte di qualsiasi oggetto e di qualunque essere, senziente e non.  Dunque, “tu” in realtà non sei che un ammasso disomogeneo di atomi che assume la forma di essere umano solo grazie all’energia vitale indotta dalla Coscienza. Facile capire a questo punto che la Coscienza non è tua perché in realtà tu sei solo un singolo effetto derivante dalla capacità di aggregazione della Coscienza. La Coscienza (la calamita) è Una ed è immanente a tutto e l’aggregazione derivante dall’influsso dell’energia vitale permette la formazione e la vita di esseri apparentemente distinti, che altro non sono se non atomi correttamente aggregati tra di loro, al quale insieme è stata infusa la vita! 

Per farti un esempio il più possibile calzante, guarda al nostro universo: in uno spazio apparentemente vuoto, ma permeato dalla forza di gravità e dalle fantomatiche “energia oscura” e “materia oscura”, le stelle e i pianeti si formano per aggregazione di materia. Apparentemente separata da anni luce, ogni stella è tuttavia interconnessa alle altre attraverso il substrato che compone l’universo stesso, da alcuni definito “etere”. Un po’ come dire che i pesci che nuotano nel mare sono separati ma comunque interconnessi tra loro per mezzo dell’acqua che li avvolge! La Coscienza è il substrato immanente nel mondo fenomenico che interconnette tutto ciò che di materiale esiste nell’universo.


Bene, ti abbiamo finalmente ritrovato! Ora sappiamo cosa sei: “un pesce fuor d’acqua”! Ma proseguiamo, che ora viene il bello!


Perché tutto ciò?


Bella domanda! Proviamo a rispondere?

Credo che il problema sia tutto in quella prima parola di questo paragrafo: “Perché?

La nostra mente è programmata per muoversi ed agire all’interno di una manifestazione spazio-temporale a quattro dimensioni (tre dimensioni fisiche più il tempo), dove vigono regole ferree senza le quali non potrebbe manifestarsi la fenomenalità necessaria a dare origine al nostro mondo. Una di queste leggi è la ben nota legge di causa-effetto. In questo nostro mondo, ogni effetto deve avere necessariamente una causa e dunque è legittimo domandarsi il perché di tutto ciò che vediamo accadere in quanto la legge prevede che un perché debba sempre e necessariamente esserci. Si dà però il caso che laddove (ammesso che esista un laddove) esiste la Coscienza, le regole siano un pochino diverse da quelle che governano il nostro universo. Nel regno della Coscienza Universale non è necessario che esista una risposta ad ogni perché, infatti quello non è un mondo tridimensionale manifesto esteso nello spazio-tempo ma un mondo… chiamamolo pure energetico, vibrazionale, senza dimensioni, senza spazio e soprattutto senza tempo. In assenza di quest’ultimo, del tempo, non può esistere una causa che genera un effetto perché sarebbe come citare il famoso paradosso “è nato prima l’uovo o la gallina?” Senza tempo, nasce prima la causa o l’effetto? La risposta paradossale sarebbe: “nessuno dei due ed entrambi contemporaneamente!”

Ne consegue che, se vuoi continuare ad utilizzare la mente per tentare di seguirmi in queste elucubrazioni, non arriverai mai da nessuna parte. Dovrai invece utilizzare un altro prezioso strumento che la Coscienza ti può offrire: l’intuizione spontanea!


Proviamo a ricapitolare?


  1. “tu” non esisti, se non in qualità di aggregazione di atomi derivante dall’energia vitale della Coscienza.

  2. La Coscienza (la calamita) non è una per ciascun individuo senziente ma è Una ed Una sola, immanente in tutto.

  3. Non sei “tu” che “hai” una Coscienza ma è la Coscienza Una che ha te: ti crea, ti dà vita e ti utilizza per il Suo scopo (poi vedremo quale).

  4. Quando la Coscienza decide di staccare la tua spina, “tu” ritorni ad essere ciò che eri prima, ovvero un ammasso di atomi sparpagliati casualmente nell’universo. In altre parole, semplicemente, “muori”! Non è una bella idea ma va accettata così com’è!

  5. Il tuo corpo, la tua mente, la tua personalità, le tue idee, i tuoi interessi, i tuoi sentimenti e tutto ciò che ti caratterizza come individuo apparentemente separato ed autonomo, sono in realtà soltanto attributi che derivano dall’energia vitale che la coscienza ha infuso nella materia primordiale che ti costituisce.

  6. La tua mente, in particolare, è progettata e programmata (ricorda bene questo termine: “programmata”!) per comprendere solo il mondo fenomenico a quattro dimensioni nel quale opera. Ne consegue che la mente non può essere lo strumento idoneo per “guardare oltre”. 

  7. Per guardare oltre nell’enigma dell’esistenza, occorre utilizzare un diverso strumento, molto più sofisticato, che è solo appannaggio della Coscienza. Questo strumento è l’intuizione, che qualunque organismo senziente possiede allo stato latente in quanto l’intuizione viene trasferita dalla Coscienza, così come la calamita trasferisce un po’ del proprio magnetismo alla limatura di ferro.


Tutto chiaro fin qui?


Allora, se tutto ti sembra abbastanza chiaro, fatti coraggio ed affronta la realtà così per come è e non per come te l’hanno raccontata fino ad oggi o per come tu avevi sempre immaginato che fosse, prima di complicarti la vita iniziando a leggere questo blog (mi sento un tantino sadico! eheheh!). Ma bando alle ciance e facciamo un ulteriore piccolo passettino in avanti…


Da dove viene questa Coscienza?

A quanto pare, sembra che l’unica cosa realmente esistente sia la Coscienza e che tutto derivi da Essa. Ma qual è l’origine della Coscienza? Ecco, ci risiamo! Se utilizzi la mente per cercare una risposta non la troverai mai. Un po’ come se tu usassi una scala per cogliere delle patate dall’albero: non le troverai mai appese ai rami! Usa invece l’intuizione spontanea per comprendere che in una realtà senza spazio né tempo la domanda è semplicemente assurda. Un’origine, anche in geometria, è caratterizzata da un punto con coordinate definite nello spazio-tempo per cui al di fuori dello spazio-tempo possono esistere solo due cose: infinito ed eternità!

La Coscienza dunque non è mai nata, mai esistita e mai limitata da alcunché. Se “tu” sei sostanzialmente la Coscienza che utilizza gli atomi della materia per dare vita a un corpo ed infondergli la capacità di pensare, è facile dedurre che anche “tu” in realtà sei energia vitale eterna ed illimitata e la tua percezione di essere qui presente in questo mondo è solo una percezione fittizia necessaria al compiersi della rappresentazione fenomenica duale che alla mente appare così concreta, tangibile, reale come il mondo che ti circonda. Difficilino? Non posso farci niente, purtroppo! In fondo te la sei cercata, no? Stringi i denti e proviamo ad andare ancora più avanti!

Dunque la Coscienza È, è sempre stata e sempre sarà. È atemporale e quindi non possiamo farci niente: non ce la leveremo mai di torno!  Ma… per quale strano motivo la Coscienza un giorno ha deciso di iniziare ad aggregare atomi infondendogli l’energia vitale per farli diventare organismi corpo-mente senzienti con facoltà cognitive (in altre parole: “esseri umani”)? Ecco, a questa domanda forse è possibile provare a dare risposta.


Ricordi la frase che è scritta per prima, in alto a sinistra, nella home page di questo sito:


“Posso conoscermi solo inventandomi”


Questa è la chiave di tutto l’arcano. Riesci a comprendere cosa può voler significare questa affermazione così particolare e sibillina? Chi è il soggetto della frase? Chi può conoscersi solo inventandosi? 


Se tu fossi al di fuori dello spazio-tempo potresti definirti vivo? potresti percepire la tua stessa presenza? Avresti la possibilità di guardarti allo specchio, di parlare al bar con gli amici, di goderti un tramonto infuocato o semplicemente di “pensare”? Direi proprio di no!

Quindi, se la Coscienza è al di fuori dello spazio-tempo, come abbiamo appurato prima, quale può essere l’unico modo a sua disposizione per percepire se stessa, se non “inventandosi”? Già, ma mica è facile inventarsi! Se io non sono neppure consapevole di essere Coscienza, come faccio a provare il desiderio di inventarmi qualcosa per percepire me stessa? Siamo già all’interno di un ginepraio! Speriamo bene!


Come avrai notato, fino ad ora non ho mai volutamente utilizzare il termine “dio”, semplicemente perché ritenevo che fino a questo punto della narrazione l’utilizzo di questo termine sarebbe stato fuori luogo. Ma adesso devo per forza farlo entrare in gioco, visto che il gioco si sta facendo particolarmente duro e per certi aspetti pericoloso!

Precisiamo subito che dio e la Coscienza non sono la stessa cosa. Se vogliamo necessariamente attribuire a dio e alla Coscienza un ruolo che li caratterizzi, possiamo magari paragonare dio al “sognatore” e la Coscienza al “sogno” che viene sognato dal sognatore.

Non utilizzo volutamente la D maiuscola nella parola dio per un motivo che forse ti sarà chiaro più avanti (ho detto “forse!”).

Ricordati che siamo sempre al di fuori dello spazio-tempo, quindi non possiamo neppure dire di essere in un’altra dimensione poiché dimensione, come suggerisce il termine stesso, ipotizza la presenza di un luogo. Qui invece non c’è alcunché, a parte dio. Nella tua fantasia ti immagini ancora dio come un vecchio con la barba bianca che veglia dall’alto sulle umane vicissitudini? Ti stai sbagliando della grossa! Dio è semplicemente “Tutto Ciò che È” quindi non puoi togliergli nulla, non puoi aggiungerci nulla e neppure puoi costruirgli qualcosa attorno, semplicemente perché non ha un “attorno”. Sempre più complicato eh?


Dio è lì, definiamolo pure come “divina potenzialità inespressa”. È al tempo stesso il Tutto e il Nulla: la potenzialità dalla quale tutto può esistere e nulla può esistere. Dio non sa di essere dio e non sapendolo non può neppure desiderare di saperlo. Tuttavia “esiste” solo lui (anche se usare il termine “esistere” in questo caso è un po’ fuori luogo!).

Ma la potenzialità è pur sempre potenzialità e dunque la sua natura è quella di esprimersi. Non esiste una ragione per cui la potenzialità debba iniziare ad esprimere se stessa: questo è il grande mistero al quale nessuno è finora riuscito a dare una spiegazione plausibile!

Come può esprimersi la divina potenzialità? Non ha uno spazio dove espandersi perché È il Tutto quindi questo spazio deve necessariamente crearlo all’interno di se stessa, immaginandosi! Ed ecco che la frittata è fatta!   


Il grande botto


Piano piano anche la scienza si è finalmente convinta che l’universo che abitiamo non è esistito da sempre ma ha avuto un inizio, diciamo circa 13,5 miliardi di anni fa (anno più, anno meno). Questo inizio dei tempi ha ricevuto il nome di “Big Bang”: una immensa esplosione di energia che si è immediatamente espansa a velocità vertiginosa (il termine corretto secondo la teoria è “inflazione”) e che poi, raffreddandosi, ha dato vita alla materia e conseguentemente anche agli atomi che oggi costituiscono anche il tuo corpo. Fin qui tutto chiaro: se la teoria del Big Bang è corretta, come sembra, tutti noi abbiamo avuto inizio da lì. Ma prima? un miliardesimo di secondo prima che avvenisse il grande botto? Cosa esisteva? La risposta è semplice (semplice? Forse!): esistevano il Nulla e il Tutto in contrapposizione interdipendente. Lo spazio intorno non c’era, infatti lo spazio si è creato man mano che l’espansione avanzava (e continua tuttora a farlo). Il tempo? Anche il tempo ha seguito la stessa evoluzione dello spazio: prima non esisteva e poi ha iniziato ad esistere di pari passo alla creazione dello spazio. Ricorda che grazie al buon Albert oggi sappiamo che spazio e tempo non sono due “cose” ma una sola: lo spazio-tempo!

Quindi prima esisteva solo quella Potenzialità inespressa di cui parlavamo prima. Qualcosa al cui interno (anche se interno non è il termine più appropriato, non esistendo lo spazio) era già racchiuso tutto ciò che sarebbe potuto esistere “dopo” il Big Bang. 

Posso farti un esempio? Prova ad immaginarti una vecchia bobina di celluloide, di quelle che una volta, prima dell’avvento del digitale, si montavano sul proiettore del cinema. Si, ricordi bene: si chiamava anche “pizza”, forse per la sua forma rotonda. Dunque, se prendi la pizza e la lanci con forza lungo una strada in discesa, tenendola in mano per l’inizio della bobina, tutto il film si svolge nello spazio-tempo (ovvero nella strada = spazio e per il tempo = velocità di svolgimento della bobina). Se un ipotetico osservatore guardasse la bobina (o pizza) via via che si svolge, vedrebbe scorrere il film impresso nella celluloide alla velocità di srotolamento della bobina ed avrebbe l’impressione che il film si stia svolgendo in quel momento presente, quando invece il film è già contenuto per intero nella bobina lanciata in discesa.  

Tornando ora al Big Bang, la bobina del film esiste in potenza già prima dell’esplosione ma inizia a svolgersi solo quando ha i mezzi per farlo, ovvero quando si crea lo spazio (la strada in discesa) ed il tempo (la velocità di srotolamento). La potenzialità è una roba strana! Dentro ci sta tutto ciò che può potenzialmente divenire in esistenza. Immaginala come infiniti films arrotolati uno sull’altro che si svolgono contemporaneamente in qualunque direzione. La mente umana non è “programmata” per immaginare una cosa del genere ma grazie all’intuizione puoi forse capire cosa intendo rappresentarti con queste parole. 


Il Big Bang non ha fatto altro che creare uno spazio fisico ed un tempo fisico all’interno del quale il film, fino ad allora esistente solo in potenza, ha potuto iniziare a svolgersi.


Ma allora, è tutto già scritto nel film?


Si… e no! Vediamo perché.

Abbiamo detto che dio è l’infinita e divina potenzialità inespressa che non è cosciente di se stessa e quindi neppure può desiderare di esserlo. Per un motivo che nessuno ha mai potuto comprendere, sono esistiti un tempo zero ed uno spazio zero nei quali questa potenzialità ha avuto la possibilità di esprimersi in esistenza: il Big Bang. Da quel momento in poi il film dell’esistenza di tutto ciò che esiste e che può esistere ha iniziato a svolgersi nel tempo e questo ha dato origine alla rappresentazione del mondo fenomenico che oggi conosciamo. Nella potenzialità, qualunque avvenimento esiste già in potenza: tu che perdi le chiavi dell’auto, un’alluvione, una vincita milionaria… tutto quello che ti viene in mente può esistere in potenza, compreso anche quello che ti sta venendo in mente in questo momento. Generalmente un film “normale” ha una trama e dei contenuti preimpostati dall’autore, dal regista, dal coreografo, dallo scenografo eccetera eccetera… Nel nostro caso, essendo la potenzialità infinita, esistono infinite trame di infiniti films contenuti nella “pizza” e ciascun film può svolgersi o non svolgersi. Nessuno può decidere quale film si svolgerà in un determinato istante: tutto è potenziale e quindi tutto è potenzialmente possibile! Oggi anche la Meccanica Quantistica sta lentamente giungendo a questa apparentemente assurda conclusione!


E il tuo ruolo, dunque, qual è? Perdonami per la brutta notizia che sto per darti, ma secondo quanto afferma la Scuola Advaita (ricorda: “NON DUE”) tu non puoi fare altro che stare a guardare, ovvero “testimoniare” ciò che sta accadendo intorno a te. Sei solo un semplice spettatore che crede di poter interferire nella trama di un film che è già stato girato e che quindi non può essere modificato! Sei “programmato” per fingere di agire e di decidere, per emozionarti soffrendo o gioendo delle tue vicissitudini, ma alla fine puoi solo stare a guardare il film della tua vita che scorre davanti a te!


Ma… E il libero Arbitrio?


Il libero arbitrio al quale ti appelli non è altro che un’illusione necessaria affinché tu possa impegnarti nel fare qualcosa, convinto di poter riuscire a modificare la trama del film! Del resto tu non sei che un oggetto che viene illuso di essere il soggetto; sei un organismo corpo-mente tenuto insieme dall’energia vitale emanata dalla Coscienza e quindi cosa vuoi pretendere di poter fare?

No, non devi demoralizzarti! Il tuo compito è molto più importante di quanto pensi tu! Se esisti anche tu, all’interno del film, c’è sicuramente un motivo, altrimenti la Coscienza non avrebbe avuto nessun interesse a dotarti di capacità cognitiva senziente! Se non ci fosse stato bisogno anche del “tuo” pensiero avrebbe generato solo pietre, non credi?


Dio e la Coscienza


Facciamo un passo indietro e torniamo al rapporto tra dio e la Coscienza. Ho paragonato il primo al sognatore e la seconda al sogno. Cerchiamo di capire qualcosa di più…ma per farlo devi ancora ricorrere all’intuizione, perché la mente umana non è capace di spingersi con il ragionamento logico laddove spazio e tempo non esistono!

Esiste una potenzialità infinita, il Tutto, che non ha spazio per estrinsecarsi, così come la pizza del film non ha spazio per svolgersi. La “necessità” di far svolgere questo film sorge spontanea, senza nessun motivo apparente, solo perché è sua natura fare così, ma dio, questa infinita potenzialità, è già Tutto e quindi dove potrebbe mai trovare lo spazio ed il tempo per dar luogo alla manifestazione? 

Quando di notte dormi, esistono delle fasi del tuo sonno nelle quali iniziano a comparire i sogni. In quel momento tu non sei in grado di comprendere che stai sognando e ciò che appare davanti al tuo schermo mentale ti appare così reale che ti sembra di vivere effettivamente gli avvenimenti che stai sognando. Se la potenzialità ti ha dato l’opportunità di sognare e sperimentare la realtà dei tuoi sogni è per un motivo molto semplice: è per farti comprendere che anche lei, la potenzialità, non avendo uno spazio esterno dove manifestarsi (perché è già il Tutto) si esprime all’interno di se stessa, come in un sogno. La Coscienza, Universale e Impersonale, è appunto il sogno dell’ infinita potenzialità ed all’interno di questo sogno si sviluppano tutti i films, a partire dal Big Bang in poi (almeno per quanto riguarda questo nostro universo). Tu sei il prodotto della Coscienza, che a sua volta è il sogno della divina potenzialità, o Nuomeno, o Assoluto, o Dio, o chiamalo pure come più ti piace, tanto il nome non ha importanza! 

Dunque, esistiamo o no? Ancora una volta, si e no. Relativamente, esistiamo all’interno di questo universo manifesto che tuttavia è solo un sogno; assolutamente, esistiamo nella potenzialità, nel “Sogno di Dio” nel quale la Coscienza è l’unica interprete. 


Sei confuso? Bene, è proprio quello che volevo ottenere!


Non me ne volere! Se sei arrivato a leggere fino a questo punto significa che era tuo destino volerti fare del male da solo e quindi non puoi dare la colpa a me! Del resto anch’io sono solo un personaggio del sogno e cosa mai potresti recriminare ad un sogno?

Secondo te, i personaggi dei tuoi sogni a chi appartengono? Se li stai sognando te, mi sembra ovvio che appartengano a te, giusto? Ma, al tempo stesso, anche i tuoi sogni possono affermare di essere parte di te in quanto sono una tua derivazione e quindi tu appartieni a loro così come loro appartengono a te (“come in alto così in basso”...Ti ricorda qualcosa?). Per quanto strano possa apparirti, tu, il sognato, sei al tempo stesso anche il sognatore perché sei una emanazione (interna, non esterna!) del sognatore, che è il Tutto e che quindi può solo crearti al suo interno, senza che possa esistere alcuna separazione, così come non esiste alcuna separazione tra te ed i personaggi dei tuoi sogni! Quindi, il sognato è il sognatore ed il cercatore è il cercato. Tu cerchi Dio, l’Assoluto, ma non comprendi di essere parte integrante del dio che stai cercando, di essere tu stesso quel dio che vai cercando!


E la Coscienza?


La Coscienza (il sogno del divino sognatore) è lo strumento ed il contenitore utilizzato dalla divina potenzialità per permettere la manifestazione fenomenica all’interno di se stessa. 

La Coscienza Universale ed Impersonale è il mezzo attraverso il quale dio può percepirsi in esistenza mentre tu (e qui comprendiamo il tuo vero ruolo!) sei lo strumento senziente utilizzato dalla Coscienza Impersonale per sperimentare l’esperienza fenomenica sognata. Per questo ti ho detto poc’anzi che, anche se non hai realmente libero arbitrio, il tuo ruolo è così essenziale nel gioco della creazione. Grazie a te dio può arrivare a comprendere di esistere perché nel momento in cui tu riuscissi a comprendere di essere quel dio che stai cercando, in quello stesso momento dio, sognandoti attraverso la Coscienza, potrà percepire se stesso in esistenza. Ti sembra poca la responsabilità che ti ho gettato addosso?


Certo, se tutto fosse così facile da realizzare, che gioco sarebbe? Per essere attraente, il gioco deve avere una certa difficoltà ed è per questo motivo che la Coscienza, invece di palesarsi immediatamente, preferisce nascondersi a se stessa dietro a quelle stesse leggi che devono necessariamente esistere per tenere in piedi tutto il gioco. Si nasconde dunque dentro di te, dietro alla tua mente, dietro alla tua personalità, dietro ai tuoi vizi ed alle tue virtù, dietro a quegli stessi strumenti che occorrono all’uomo per agire nel mondo fenomenico. Nel sogno, la Coscienza perde volutamente Se stessa perché così vuole il gioco. Solo rimuovendo questi strumenti che la celano a te ed a Se Stessa puoi fare emergere nuovamente la Coscienza dietro di te, puoi riportarla al “risveglio”. Peccato che questo organismo corpo-mente senziente, chiamato “essere umano”, abbia tutt’altro a cui pensare ed anziché scrutare nelle profondità del suo reale essere preferisce crogiolarsi nel gioco della vita, dilettandosi a compiacere la mente ed assecondando i vizi della sua personalità! 


Ma in fondo è solo un gioco, no? Tutto ciò fa parte delle regole del gioco e quindi va bene così, perchè deve essere necessariamente tutto così, così com’è!


Jader