Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Meditazione sulla vacuità della vita

 



La storia che pensiamo sia la nostra
è solo una finzione, questa vita
non è che un giro dell'eterea giostra
che come sabbia sfugge tra le dita.

Nella tradizione Hindu, si afferma che la “Vita di Brahma” (equiparabile a circa 16 milioni di anni terrestri) non è che un semplice battito di ciglia dell’Assoluto. L’universo non è altro che un attimo di transitorietà di un pensiero nella Mente del Divino e dunque la storia della vita, al di fuori del concetto spazio-temporale nel quale è immerso il mondo fenomenico duale, non ha praticamente né esistenza né durata. L’uomo è immerso in questa concettualità senza la quale nulla potrebbe sorgere in esistenza e la mente umana, progettata e programmata per la percezione di questo nostro universo materiale quadridimensionale, non ha alcuna possibilità di concepire concetti quali eternità e infinito. Sul piano relativo nel quale opera e percepisce l’essere umano, la vita appare come un continuum di eventi originati dalla correlazione di cause ed effetti. La sequenzialità degli avvenimenti è scolpita in ciò che chiamiamo “tempo” e immagazzinata nella nostra memoria cerebrale. Come i fotogrammi di un film esistono già tutti nella pellicola cinematografica, ma vengono mostrati sullo schermo in una continua sequenza che dà origine al movimento e alla storia, così anche la nostra vita è già “stampata” nell’Assoluta Potenzialità. Il libro esiste già ma il lettore non ha gli strumenti adatti per leggere tutte le pagine contemporaneamente e deve pertanto limitarsi a leggerle in sequenza, una pagina per volta. La percezione che si ottiene è dunque di un continuo evolversi della trama del libro ma il libro è già scritto e stampato: siamo noi che non possediamo gli strumenti in grado di permetterci di avere una istantanea percezione dell’intero. Una montagna di sabbia appare come una massa unica e omogenea ma afferrandone una manciata comprendiamo che si compone di infiniti granelli che le nostre dita non sono in grado di trattenere. Analogamente, le esistenze degli organismi corpo-mente appaiono alla nostra mente come esistenze uniche ma sono in realtà composte da granelli di tempo e di spazio che in successione lasciano le loro impronte nella nostra memoria. È il Grande Gioco di Maya, la Divina Ipnosi che ci permette di percepirci vivi all’interno delle nostre personali esistenze. Tuttavia, nulla di tutto ciò che i nostri rudimentali strumenti sensoriali percepiscono corrisponde minimamente alla Realtà. Il Gioco fa girare le giostre delle nostre vite, le fa intersecare le une con le altre, stimola ricordi, desideri, interscambi relazionali permeati di percezioni emotive. La finzione ci appare realtà, mentre la Realtà che in pochissimi riescono a percepire viene dai molti equiparata a pura fantasia ed immaginazione. Tutto fa parte del Grande Disegno: tutto è stato fatto nel migliore dei modi e così, alla fine, apparirà! Il Saggio è sceso dalla giostra e osserva con sereno distacco le altre entità pseudo-soggetto che salgono e scendono, divertendosi o rattristandosi, amando od odiando… La giostra ha in sé tutti gli opposti interdipendenti indispensabili all’apparizione del mondo fenomenico manifesto ma il Saggio ha acquisito la consapevolezza che tutto è solo una piccola manciata di sabbia… e la lascia cadere senza trattenerla e senza rimpiangerla.