Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Meditazione sulla mente duale



La mente è la sorgente del duale,
è il filtro che deforma la realtà.
É lei che contrappone il bene al male,
che crea il bisogno, la necessità.

La mente è l’unico strumento posseduto dall’organismo corpo-mente utilizzabile per mettersi in contatto con il mondo fenomenico duale. Elaborando l’apporto sensoriale generato dai cinque sensi ordinari, la mente ci mette in contatto con ciò che consideriamo essere la nostra realtà dandoci la percezione di essere organismi individuali esistenti. Senza mente l’uomo non sarebbe consapevole di esistere, così come avviene in caso di coma o durante il sonno profondo. Abbiamo una totale fiducia nelle capacità della nostra mente in quanto è l’unica fonte di esperienza di cui disponiamo. Mai potremmo insinuare che la nostra mente sia uno strumento fallace, idoneo solo a farci percepire la manifestazione fenomenica nella quale crediamo di essere immersi. La mente è anche il nemico da combattere per chi si avventura su alcuni sentieri di evoluzione spirituale in quanto è vista come il maggior ostacolo alla meditazione. È colei che deve essere messa a tacere in quanto disturba continuamente la quiete interiore con il suo continuo proiettare pensieri che avvolgono e distraggono. Il termine “trascendere la mente” è sovente interpretato come l’azione di condurla al silenzio, ma la mente per sua natura non può essere ridotta al silenzio in quanto è progettata per non stare mai ferma. Per darci la percezione dello scorrere delle nostre esistenze, la mente deve continuamente spaziare dal passato al futuro. La mente è colei che genera in noi il concetto di “tempo”. Il “trascendere la mente”, per la scuola Advaita, consiste nel relegarla nella sua modesta collocazione naturale: quella di mero strumento di percezione del processo fenomenico che tuttavia è ben lungi dal rappresentare la vera realtà. Un astronomo che utilizzasse un semplice binocolo per osservare le lontane galassie sarebbe certamente deriso in quanto starebbe utilizzando uno strumento non idoneo per approfondire la sua conoscenza dei profondi spazi siderali. Tuttavia, poiché tutti gli astronomi sembrano utilizzare lo stesso binocolo come unico strumento di osservazione, tale impiego appare comunque giustificato e pertinente. La mente è il binocolo che l’essere umano tenta di utilizzare per varcare i confini del fenomenico. Poiché la maggioranza degli esseri senzienti utilizza questo stesso strumento in quanto ritiene che non ne esistano di migliori, ecco che la mente viene ritenuta idonea per esplorare anche gli spazi metafisici interiori che costituiscono l’essenza del nostro essere. La mente crea la dualità, con i suoi opposti interdipendenti. La percezione degli opposti è sempre relativa all’osservatore che mentalmente li sperimenta ed è percepita in un modo nettamente diverso  sulla base della personalità, della cultura e dei condizionamenti acquisiti dall’osservatore. Non esistono, ad esempio, il bene ed il male in termini assoluti ma esiste una scala continua di valori intermedi che conduce dal bene al male, dall’amore all’odio, e così via. Tutto è interpretabile dalla mente, secondo le nozioni acquisite, e ciascuna mente interpreta gli avvenimenti in un modo diverso. La mente è dunque un potente filtro della realtà fenomenica: la distorce e la assoggetta al proprio credo ed alle proprie convinzioni. Il Saggio conosce il vero ruolo della propria mente e la utilizza esclusivamente per muoversi all’interno del mondo fenomenico. Il Saggio non crede mai a ciò che gli viene prospettato dalla mente; sa che la mente non potrà mai fornirgli un quadro completo della Realtà e che per raggiungere la Verità occorre utilizzare un diverso strumento di percezione, svincolato dai nostri cinque sensi: l’intuizione! Sa che la mente è la sorgente dalla quale sgorgano i desideri ed è colei che induce nell’uomo il senso di separazione e la conseguente individualità soggettiva. Il Saggio ha compreso che tutto ciò che appare “reale” deve essere valutato per ciò che realmente è: una raffigurazione immaginaria delle nostre esistenze che la Coscienza Universale crea e percepisce utilizzando la mente-oggetto dell’essere senziente nel quale si è identificata.