Meditazione sull'illusorietà dell'osservatore e dell'osservato
Può essere compresa ed accettata
l'illusoria natura del creato
ma non di "colui che" si è fabbricata
l'identità che l'ha condizionato
Per l'ego è relativamente facile concettualizzare l'idea che tutto l'universo fenomenico manifesto sia una illusione, riflesso della Coscienza Universale. Non è invece assolutamente facile e privo di rischi (rischi per l'ego stesso) considerare anche il "se stesso" una medesima illusione. "Colui che" osserva la manifestazione ed afferma che tutto è Maya, non possiede la consapevolezza necessaria ad inserire pure se stesso nel grande Lila del Noumeno che gioca ad immaginare Se Stesso in manifestazione. Ciò in quanto l'ego, comprendendo ciò, condannerebbe se stesso all'autodistruzione e l'ego non ha alcuna intenzione di suicidarsi! Pertanto l'organismo corpo-mente ancora soggiogato dall'influenza dell'ego non può ritenersi parte della grande illusione, a meno che l'ego non venga messo in disparte dall'insorgere della Coscienza personale (ed impersonale) che prende il sopravvento sull'ego grazie alla sua potente forza dell'intuizione